mercoledì 12 novembre 2014

Modarelli (Fi) contro l’articolo 38 della legga Sblocca Italia


POLICORO – Da qualche giorno il Parlamento converto in  legge dello Stato il decreto legislativo cosiddetto “Sblocca Italia”. Non tutti i parlamentari lucani lo hanno votato e non tutti gli amministratori locali si ritengono soddisfatti della norma. Tra questi Gianluca Modarelli (Fi), presidente del Consiglio comunale e neo consigliere provinciale, il quale rileva: “ tra le prime conseguenze c’è l’ accelerazione di tutti i procedimenti per la ricerca e l’estrazione degli idrocarburi. La Basilicata, simbolo delle politiche fallimentari del Sud Italia e della mancanza di tutele del patrimonio ambientale nel nostro Paese, viene scelta per l’ennesima volta come terra da sacrificare in nome del bene nazionale, o forse sarebbe più corretto dire: da sacrificare per un tornaconto tutto a vantaggio delle società petrolifere! Lo stato di emergenza permanente che giustifica i provvedimenti dello ‘Sblocca Italia’ rappresentano l’ennesima umiliazione degli spazi democratici nel nostro Paese. Il decreto infatti anticipando alcuni aspetti della riforma del titolo V della Costituzione celandosi dietro un proclamato presunto interesse strategico nazionale, espropria le Regioni di ogni potere in materia energetica, consegnandolo nelle mani dello Stato e quindi a vantaggio unicamente delle lobby economiche e dei poteri forti che hanno distrutto la nostra Regione e impoverito la popolazione. Una legge che consegnerà il futuro del nostro Paese nelle mani di chi aspettava da tempo il momento per entrare a gamba tesa e definitivamente sul ponte di comando della nave Italia, per governarla e portarla, più che verso il mare aperto, verso il porto delle proprie convenienze, delle speculazioni edilizie, affaristi che si arricchiscono con i rifiuti, cercatori di petrolio disposti a inquinare il mare perforando le nostre coste, favorendo con la cementificazione il dissesto idrogeologico. Questo decreto è un vero e proprio colpo di mano, che accelera di gran forza l’installazione di nuove trivelle in mare e terraferma, attraverso l’istituzione di un titolo concessorio unico che si perfeziona in 180 giorni per le autorizzazioni, e accelerando l’iter per i procedimenti già in corso al 31 dicembre 2014. Un disegno politico che non può essere accettato dalle Regioni, di fatto espropriati di qualsiasi ruolo decisorio per decreto e senza alcun dibattito preventivo. Secondo me è necessario ed indispensabile per il bene della regione Basilicata che la Giunta Regionale, ai sensi e per gli effetti di cui all’art. 32 comma II, Legge n. 87 dell’11.03.1953, proceda alla deliberazione con la quale la Regione stessa si determina all’impugnazione della legge di conversione del D. L. n. 133  del 12 Settembre 2014”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)

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