sabato 22 novembre 2014

Il progetto Agro.Bio. presentato anche a Policoro




POLICORO - Si chiama Agro.Bio., ovvero “Biodiversità di specie ad elevato valore nutraceutico ed agro-energetico” il progetto di ricerca che presentato dal Cnr-Istituto di Bioscienze e BioRisorse, unità di Policoro (Mt), e che ha visto, in circa un triennio, l’instaurarsi di scambi culturali e scientifici nell’ambito di un partenariato tra Cnr (Consiglio nazionale di ricerca), Romania e Ungheria, nel segno della ricerca applicata nel campo della genetica vegetale. Il progetto di cooperazione territoriale europea è stato finanziato dalla Regione Basilicata con i fondi del Programma Operativo FESR 2007/2013. I risultati delle attività, che hanno visto, tra l’altro, numerose missioni di reperimento di materiali genetici nei Paesi partner, sono stati esposti dai giovani ricercatori che in questo periodo si sono formati facendo anche stages all’estero presso le Università ed i laboratori di ricerca dei partner. Il meeting finale dal titolo “La cooperazione territoriale come opportunità per una ricerca di dimensione europea”, ha avuto luogo il 21 novembre a Policoro presso l’Hotel Residence Heraclea, e ha visto la partecipazione di personalità istituzionali ed accademiche regionali e dei paesi stranieri. Il responsabile scientifico, il dr. Giulio Sarli,  riferisce: “occorre ringraziare la Regione Basilicata perché ha creduto in questo progetto che rappresenta un segno tangibile di come si possa investire sulla ricerca e sull’innovazione, puntando sulla qualificazione dei giovani talenti del territorio; infatti sono stati reclutati solo per il progetto ‘Agro.Bio.’ sei giovani ricercatori per sviluppare attività di ricerca ed esperienza nel settore della cooperazione territoriale fra paesi dell'Ue. Con Agro.Bio. -conclude il Dr. Sarli- è stato possibile sviluppare modelli di gestione delle popolazioni di specie vegetali e metodologie idonee alla caratterizzazione di sostanze funzionali, nutraceutiche e bioenergetiche  soprattutto di quelle varietà vegetali locali, che rappresentano il reale patrimonio della biodiversità e che annovera quasi sempre biotipi e popolazioni dotate di caratteristiche organolettiche intense e peculiari, spesso più ricchi di sostanze utili per la salute ed il benessere dei consumatori. L’auspicio è che questo progetto possa mettere in moto circuiti nuovi per tutto il settore e si possa incoraggiare così una importante fonte di informazione e collaborazione scientifica, per una maggiore sensibilità verso la tutela del patrimonio ambientale”.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)

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