POLICORO - Si chiama Agro.Bio.,
ovvero “Biodiversità di specie ad elevato valore nutraceutico ed
agro-energetico” il progetto di ricerca che presentato dal Cnr-Istituto di
Bioscienze e BioRisorse, unità di Policoro (Mt), e che ha visto, in circa un
triennio, l’instaurarsi di scambi culturali e scientifici nell’ambito di un partenariato
tra Cnr (Consiglio nazionale di ricerca), Romania e Ungheria, nel segno della
ricerca applicata nel campo della genetica vegetale. Il progetto di
cooperazione territoriale europea è stato finanziato dalla Regione Basilicata
con i fondi del Programma Operativo FESR 2007/2013. I risultati delle attività,
che hanno visto, tra l’altro, numerose missioni di reperimento di materiali
genetici nei Paesi partner, sono stati esposti dai giovani ricercatori che in
questo periodo si sono formati facendo anche stages all’estero presso le
Università ed i laboratori di ricerca dei partner. Il meeting finale dal titolo
“La cooperazione territoriale come opportunità per una ricerca di dimensione europea”,
ha avuto luogo il 21 novembre a Policoro presso l’Hotel Residence Heraclea, e
ha visto la partecipazione di personalità istituzionali ed accademiche
regionali e dei paesi stranieri. Il responsabile scientifico, il dr. Giulio
Sarli, riferisce: “occorre
ringraziare la Regione Basilicata perché ha creduto in questo progetto che rappresenta
un segno tangibile di come si possa investire sulla ricerca e sull’innovazione,
puntando sulla qualificazione dei giovani talenti del territorio; infatti sono
stati reclutati solo per il progetto ‘Agro.Bio.’ sei giovani ricercatori per
sviluppare attività di ricerca ed esperienza nel settore della cooperazione
territoriale fra paesi dell'Ue. Con Agro.Bio. -conclude il Dr. Sarli- è stato
possibile sviluppare modelli di gestione delle popolazioni di specie vegetali e
metodologie idonee alla caratterizzazione di sostanze funzionali, nutraceutiche
e bioenergetiche soprattutto di
quelle varietà vegetali locali, che rappresentano il reale patrimonio della
biodiversità e che annovera quasi sempre biotipi e popolazioni dotate di
caratteristiche organolettiche intense e peculiari, spesso più ricchi di
sostanze utili per la salute ed il benessere dei consumatori. L’auspicio è che
questo progetto possa mettere in moto circuiti nuovi per tutto il settore e si
possa incoraggiare così una importante fonte di informazione e collaborazione
scientifica, per una maggiore sensibilità verso la tutela del patrimonio
ambientale”.
Gabriele
Elia
(fonte
il Quotidiano del Sud)
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