POLICORO – Nell’ultima seduta consiliare monotematica sull’impugnazione dell’articolo 38 dell’ex decreto Sblocca Italia, ora legge della Repubblica, il gruppo consiliare di minoranza del Partito democratico si è diviso: F. Montesano e F. Fortunato si sono astenuti e C. Vetere ha votato contro l’ordine del giorno della maggioranza e quindi contro l’impugnazione alla Consulta dello stesso articolo. La locale sezione del Pd rileva la linea del partito: “La scelta dei consiglieri nasce da una lunga riflessione sviluppata essenzialmente su due fronti: lo studio approfondito della nuova normativa e la coerenza con il proprio partito. Necessita chiarire che il Consiglio e le delibere conseguenti non avevano per oggetto la complicata questione di nuove trivellazioni in terra di Basilicata, su cui il Partito democratico è dalla stessa parte dei cittadini - ma che il tema della riunione era la costituzionalità dell'art.38 della legge nota come ‘Sblocca Italia’ e la possibilità della sua impugnazione presso la Corte Costituzionale, quindi materia esclusivamente tecnico-giuridica. Pertanto il gruppo consigliare del Pd ha ritenuto opportuno astenersi, anche per coerenza con il proprio partito. Appartenere ad un partito come il Pd significa appartenere ad una comunità di donne e uomini. Una comunità di idee costruite insieme attraverso il confronto democratico. Idee che vanno difese con convinzione e forza. Appartenere ad un partito come il Pd significa anche agire come parte di un tutto più ampio e complesso abdicando a individualismi sterili e alla tentazione di accodarsi a qualunque demagogia. I consiglieri policoresi non hanno ignorato - come altri hanno fatto - chi ha fatto la legge, i pareri positivi del presidente della Regione e il lavoro di squadra di Speranza e Antezza che hanno conquistato grandi benefici per questa terra, come non hanno ignorato i molti sindaci e membri Pd a favore dell'impugnazione e, infine, non hanno ignorato l'assemblea regionale convocata per esprimersi sull'argomento. L'art.38 infatti solleva la Regione di alcune prerogative, ma ne preserva il diritto di veto, e riguarda unicamente le autorizzazioni V.I.A. non le estrazioni vere e proprie: il controllo in fase estrattiva rimane dunque in mano alla Regione, anche dal punto di vista del numero di barili, che rimane quello stabilito nel 2011. E’ doveroso domandarsi quale politica ambientale e quale strategia energetica facciano da base alla richiesta di impugnazione, che altrimenti rischia di diventare un inutile esercizio di pedanteria legale. Il Partito democratico ritiene che il vero nocciolo della questione sia la natura e la qualità dei controlli posti in essere che, evidentemente, risultano insufficienti e, soprattutto, non compiutamente efficaci per garantire la sicurezza ambientale e la tutela della salute dei cittadini. Sindaci, amministratori, politici e cittadini, dovrebbero confrontarsi e mobilitarsi per ottenere soggetti di controllo scientificamente adeguati in materia, con tecnici meglio attrezzati e preparati, perché il petrolio in Basilicata c'è già, e da tempo, perciò serve innanzitutto pensare a farlo diventare un'autentica opportunità di sviluppo e non una condanna”.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)
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