POLICORO – Sono passati
due anni da quando, fine agosto del 2014, Ciro Cicalese scomparve nel nulla
nella zona Lido del centro jonico. Il turista napoletano stava rientrando nella
sua villa di viale Catone, intorno alle 20:00, dopo un pomeriggio trascorso al
mare insieme alla moglie Gabriella. E proprio la consorte lo stava precedendo,
in sella alla bicicletta, quando, arrivata al cancello di ingresso della villa dove
stavano trascorrendo le vacanze, girandosi non vide più Ciro. Inizialmente
pensò che volesse fare il giro dell’isolato prima della cena. Invece Ciro non
fece più rientro a casa. Così avvisò le forze dell’ordine che setacciarono il
territorio circostante, ma di Ciro nessuna traccia. La sua bici fu ritrovata in
via Lido 1 nei pressi della stazione ferroviaria con una gomma forata la sera
stessa della scomparsa (28 agosto). L’ultima persona ad aver sentito la sua
voce fu una condomina che abita da quelle parti e alla quale Ciro aveva suonato
il citofono pensando di essere ritornato a casa. Invece resosi conto di aver
smarrito la retta via di lui non si seppe più nulla. Nei mesi successivi tanti
sono stati gli accorati appelli di aiuto della consorte, anche perché Ciro
soffre di una malattia che gli provoca vuoti di memoria, e l’intero agro di
Policoro è stato più volte “battuto” da forze dell’ordine, volontari della
Protezione civile, ma di Ciro non si è saputo più nulla. Di lui si è occupato a
più riprese la nota trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?” ma con esiti,
purtroppo, negativi. Qualcuno, sempre nei mesi scorsi, telefonando al numero
messo a disposizione dalla famiglia, aveva segnalato l’avvistamento, in
Calabria, di un uomo dalle caratteristiche simili a quelle di Ciro: capelli
brizzolati, altezza 1,80 circa, magro e quando è scomparso indossava un costume
e maglietta neri; ma i controlli successivi sono stati vani. Un anno fa di
questi periodi l’assessore comunale alle Politiche sociali, Stefania Albanese
(Fi), organizzò un incontro a Policoro a cui prese parte anche l’associazione
“Penelope” di Brescia, che si occupa di persone scomparse e mette a
disposizione delle famiglie un cane addestrato al ritrovamento delle persone.
Ma nemmeno il fiuto del migliore amico dell’uomo è stato sufficiente. Gabriella
e famiglia non hanno perso le speranze di riabbracciare il loro caro e
aspettano con speranza che qualcuno chiami….
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano
del Sud)
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