“Positivo l’incontro svoltosi con gli studenti e rappresentanti dei genitori con la Polizia Postale di Matera sul tema del bullismo e dei rischi della pedofilia online. Durante l’iniziativa promossa dall’I.C. II° “Giovanni Paolo II” di Policoro è stata catturata l’attenzione dei ragazzi sui pericoli che corrono sul web. Una lezione di vita senza dubbio, infatti gli alunni hanno posto molte domande all’Agente della Polizia Postale, il quale ha aperto un nuovo scenario nell’immaginario dei piccoli cibernauti, che hanno scoperto che quando ci si collega in rete col pc, tablet o smart phone, non è tutto così meraviglioso”. Lo afferma il segretario dell’Ugl di Matera Pino Giordano il quale invitato, ha preso parte all’iniziativa. Per il sindacalista, “un plauso và alla scuola ed alla Questura di Matera per aver fatto capire ai ragazzi che le insidie dei pedofili fanno leva proprio sulla loro ingenuità. Dal programma della Direttrice scolastica Stigliano e della Questura Materana – prosegue Giordano -, i ragazzi hanno ben compreso che oggi il pedofilo può nascondersi dietro chiunque. Il consiglio più importante che è stato dato ai ragazzi è quello di non mettere foto personali sulla rete, perché lì rimarranno per sempre e nel giro di poche ore, sono visibili a chiunque in tutto il mondo e possono essere oggetto di manipolazioni da parte di mente malate. Anche il problema bullismo è stato trattato magistralmente dall’agente, facendo proprio degli esempi con i ragazzi presenti che sicuramente in quasi due ore, hanno imparato senza leggerlo sui libri, l’importanza del rispetto altrui, specie del più debole e di quanto sia pericoloso mostrarsi in rete o accettare amicizie se non si è realmente sicuri di conoscere chi ha inviato la richiesta. Il lavoro della Questura di Matera ha fatto riflettere i genitori i quali hanno scoperto ed imparato a quanti rischi, magari fino ad oggi impensabili, possono correre i loro figli quando si collegano in rete. Per questo – conclude Giordano – è consigliato, soprattutto a genitori e docenti di segnalare anche un minimo sospetto come ribadito in uno dei video prodotti “dietro il silenzio di un bambino si può nascondere la voce di un pedofilo”.
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