POLICORO – Cittadinanzattiva-Tbm
(Tribunale del malato) sezione del centro jonico chiede le dimissioni del Dg
dell’Asm di Matera, Rocco Maglietta, e dell’assessore regionale al ramo. Motivo?
Secondo le socie del movimento no profit se prima l’ospedale di Policoro
“Giovanni Paolo II” era un nosocomio di periferia, ora viene equiparato a
quello di un villaggio. Nella serata di lunedì Maria Antonietta Tarsia e le sue
collaboratrici nella sede di Karakteria in via Siris hanno illustrato le
criticità che vivono i degenti, familiari e utenti. E nei giorni scorsi
all’improvviso sarebbe piombata, secondo la Tarsia, a Policoro l’assessore regionale
all’insaputa di tutti che accompagnata da Maglietta sarebbe stata edotta
sull’operatività del punto salute di Policoro. “Invece –sostiene la Tarsia- di
far girare l’assessore in alcuni padiglioni, quelli di comodo, perché non è
stata portata nel reparto di psichiatria dove ci sono solo 5 medici su 8 e uno
il primo luglio va via. In quasi tutti i reparti manca il personale soprattutto
Oss e spesso soprattutto gli anziani devono attendere il giorno seguente per
essere accuditi. Ormai la spoliazione è palese per chi viene curato e il
contestuale abbandono in cui si presenta l’ospedale non può essere più
sottaciuto. Al Pronto soccorso arrivano ubriachi la sera che aggrediscono il
personale di turno e la polizia è presente solo di giorno, con l’arrivo dell’estate
l’utenza aumenta e i disagi anche. Basti pensare che in media un paziente viene
curato per 8 minuti…Nell’endoscopia c’è solo un medico, il chirurgo plastico è
ormai un miraggio vederlo e l’assistente sociale deve fare anche da Urp e
adattarsi ad ogni situazione che le si può presentare. In tutti i reparti ci
sono molte lacune. Oltre a quelle descritte sopra registriamo in radiologia
macchinari vecchi, nella sala operatoria si opera fino alle 14:00 e solo per
tre giorni; le visite al laboratorio analisi li devono fare a Policoro e Matera
con un via vai che comporta costi e tempi per i riscontri. Nell’Utic macchinari
e locali sono inadeguati per una sanità civile e in alcuni casi i letti si
sollevano senza la manovella e con altri strumenti senza considerare i monitor
che non funzionano, stesso discorso vale per l’impianto di areazione”. Questa
la radiografia che è uscita dal rapporto di Cittadinanzattiva-Tbm che non fa
sconti a nessuno: “Dov’è finita –continua la Tarsia- la Carta dei servizi e i
protocolli di intesa coi cittadini? Da quando si è insediato il nuovo Esecutivo
regionale e il conseguente management non siamo mai stati convocati per essere
edotti sulla programmazione ordinaria delle decisioni che riguardano
l’ospedale. E’ facile dire che si è risparmiato quando poi sono i cittadini a
patire le sofferenze, fisiche e non, di disservizi vari ai quali aggiungiamo le
sole 10 euro spese per colazione, pranzo e cena somministrato, le liste
d’attesa infinitamente lunghe: unica eccezione il reparto di fisiatria ma solo
dopo il sopralluogo dei Nas dei Carabinieri”. E la loro protesta nei prossimi
giorni si tramuterà in un sit-in permanente, a partire da venerdì, nel piazzale
antistante l’ospedale di viale Salerno.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della
Basilicata)
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