giovedì 7 giugno 2012

Trasferimento Ser.T. Policoro, Venezia: locali non idonei


“I nuovi locali del Servizio per le tossicodipendenze di via Puglia a Policoro non sono idonei alla tipologia della prestazione sanitaria. Prestazione delicata per il necessario rispetto della privacy dei pazienti, ma anche per la difficile convivenza con residenti e fruitori dei numerosi locali commerciali dell'area”. A tornare sulla questione, nella doppia veste di consigliere regionale del Pdl e di medico, Mario Venezia. “L'Asm – sottolinea - ha delocalizzato il Ser.T dall'ospedale di Policoro verso un edificio nei pressi della via del Cimitero di proprietà di un privato cittadino, adottando una decisione inopportuna ed illegittima”. Il consigliere, ad oltre un mese dal trasferimento, evidenzia “la totale e completa violazione del diritto alla privacy degli utenti del Ser.T. Ma – aggiunge - c’è di più, infatti, nello stesso stabile del nuovo Ser.T è già operativa una Casa famiglia per minori in affido. E’ facile immaginare come due mondi affini per disagio ma in conflitto per la tipologia del paziente, possano realmente entrare in conflitto. Neanche la presenza della Casa famiglia, che come è noto accoglie bambini in condizioni di disagio, e che dovrebbe essere ospitata in strutture ‘protette’, è stato considerato elemento discriminante per l'accreditamento della struttura a ospitare il Ser.T. Da considerare anche la questione di una possibile inidoneità della struttura ad ospitare il servizio medico. La decisione assunta dall'Azienda, quindi, invece di limitare il problema, contribuisce ad accrescerlo, con grave pericolo per gli utenti”. “Per tale situazione – aggiunge ancora l’esponente del Pdl - l'Asm ha considerato la struttura quale sede accreditata per ospitare servizi prima ubicati nella struttura pubblica dell’Ospedale Civile di Policoro e poi trasferiti in edifici di proprietà privata, con conseguente incremento delle spese come i canoni d’affitto per il godimento di beni di terzi. Per ragioni di sintesi cito il solo caso relativo al pagamento del canone di locazione a carico dell'Asm che, da notizie apprese, corrisponderebbe a 5mila euro mensili che, moltiplicati per anni 6 (più 6 come le normative contrattuali d’affitto prevedono), corrisponderebbe ad una somma notevolmente gravosa da far pesare sulle tasche dei cittadini”. “Alla luce di questi elementi - conclude Venezia - valuterò l'opportunità di sottoporre la questione all'attenzione degli organi giudiziari competenti e formalmente, al garante per la privacy, chiamato a pronunciarsi su una probabile violazione della normativa in materia. Quello che chiedo alla Giunta De Filippo e all’ assessore Martorano è se, ad oltre un mese dal trasferimento del Ser.T., sia sufficiente sensibilizzare il Governo regionale affinché individui una nuova soluzione o, al contrario e a tutela della salute dei cittadini, investire del problema, addirittura, l'autorità giudiziaria. Alla Giunta della Basilicata rammento che la questione in oggetto riguarda un servizio pubblico del Sistema sanitario nazionale dedicato alla cura, alla prevenzione ed alla riabilitazione delle persone che hanno problemi conseguenti all'abuso di sostanze psicoattive (droghe o alcool) che generano dipendenza dalle stesse. “La struttura di Policoro – fa presente il consigliere - oltre ai numerosissimi pazienti, dispone di una propria pianta organica, definita periodicamente dalla Regione dove vi sono operatori altamente professionali, qualificati e specializzati proprio nel trattamento delle dipendenze da sostanze psicoattive. Medici, infermieri professionali, educatori professionali, assistenti sanitari, assistenti sociali, psicologi e personale OTA (Operatore Tecnico per l'Assistenza), professionisti che lavorano in condizioni di precarietà anche per l' assenza di guardie giurate per la vigilanza delle sostanze stupefacenti utili per la cura dei degenti ”.


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