domenica 24 giugno 2012

Il cinema è occasione di sviluppo


POLICORO - Dopo il “cinema per lo sviluppo del territorio” e “il cinema come opportunità di marketing territoriale”, la Summer school, organizzata dalla Fondazione Eni Enrico Mattei, in partnership con il Gruppo Sole 24 Ore, ha fatto tappa, mercoledì mattina, per la terza giornata del ciclo di workshop sul “Cine - turismo”, nella location del resort di Marinagri a Policoro. Filo conduttore, in questa occasione, il coinvolgente
workshop dedicato al “Cinema e la sua filiera industriale” con il leit-motiv su: «Il Progetto artistico e ideativo
- la struttura e l'organizzazione produttiva di un film». A parlarne è il direttore Multimedia Lab – Cattid La Sapienza, Università di Roma, il professore Ginadomenico Celata, il giovane produttore Andrea Iervolino e il ricercatore della Fondazione Eni Enrico Mattei, Delio Colangelo. A coordinare i lavori, l'esperta di comunicazione culturale e relazioni istituzionali, delegata Ferpi cultura, Elisa Greco. Il momento formativo si è configurato immediato, con un dibattito aperto, sollecitato dalla Greco sul «prodotto filmico nella sua dimensione industriale», tra i giovani corsisti e i relatori. Un confronto sul valore ed i nuovi scenari della produzione cinematografica. «L'investimento nell'audiovisivo e, in modo particolare, nel cinema -ha evidenziato il professore Celata- è ad alto rischio, perchè si pone in un mercato, quello del “consumo del tempo libero”, altamente concorrenziale. Come investimento, il cinema potenzialmente –ha continuato- è in grado di garantire al territorio su cui si concentra, un aumento dei redditi locali attraverso l'applicazione del moltiplicatore keynesiano (che uno studio del 2004 dello stesso Celata ha stimato pari a 3- 3,5 per il cinema)». Da questo punto di vista, in una fase in cui la competizione tra sistemi territoriali avviene sulla base della specializzazione produttiva, per un territorio può risultare strategico specializzarsi in un singolo segmento della filiera cinematografica. «Una regione come la Basilicata -ha spiegato- potrebbe trovare, ad esempio, nell'innovazione tecnologica avanzata applicata alla fase della post-produzione il proprio vantaggio competitivo. Una possibile declinazione, potrebbe essere rappresentata dal recupero delle sale cinematografiche dismesse nei piccoli comuni attraverso la digitalizzazione». Un altro aspetto su cui il cinema può agire, è rappresentato dalla costruzione e successiva trasmissione dell'immagine del sistema territoriale. «Su questo aspetto, la Film Commission può svolgere –ha aggiunto Celata- un ruolo fondamentale, definendo l'immagine che vuole trasmettere, la tipologia di professionalità da formare sul posto, gli obiettivi in termini di flussi turistici. Sulla base dei risultati raggiunti nelle diverse esperienze maturate dallo stesso territorio, si evita di perdere delle occasioni di sviluppo locale».Mentre per il ricercatore
della Feem, Colangelo «è sul rapporto tra produzione cinematografica e territorio si è tornato a discutere delle Film commission, come attore fondamentale per realizzazione di prodotti che possano coniugare il valore artistico a quello di promozione territoriale». Colangelo, ha offerto una panoramica delle Film commission italiane e presentato alcuni casi studi che, anche nell'ottica della futura Film commission lucana, mostrano l'importanza strategia di tale ente».

Fonte
Il Quotidiano della Basilicata

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