domenica 17 giugno 2012

Continua la protesta del Comitato acqua pubblica


POLICORO – Martedì 12 giugno il comitato acqua pubblica del centro jonico che vede Giovanni Lasalandra tra i promotori è sceso in piazza Eraclea per l’ennesima attività di divulgazione e sensibilizzazione sul rispetto del principio di legalità e in particolare i due referendum del 12/13 giugno 2011 sull’acqua: a distanza di un anno non si abbassano le tariffe togliendo il 5% del profitto dall’acqua, non si rende pubblica la gestione dell’acqua togliendola alle società per azioni, non si tutela l’acqua dalle trivellazioni petrolifiere. Queste le rivendicazioni del comitato civico. E ricordano che nel mondo un miliardo e 300 mila persone non hanno accesso all'acqua potabile ma in Italia continuiamo a sprecarla come nulla fosse: i nostri impianti sono malmessi e ne perdono per strada più di un terzo, il 38%. Per sistemare le cose servirebbero 65 miliardi di euro in 30 anni, dice uno studio di Althesys, una società indipendente di ricerca. Ma fra incertezza delle norme e crisi economica gli investimenti sono fermi, nelle città le tubature continuano a gocciolare mentre nel resto del mondo si muore di sete. “Il vero nodo è proprio quello del profitto. Nonostante il risultato del referendum continuiamo –osservano i componenti del comitato- a pagare la cosiddetta remunerazione del capitale, che in bolletta pesa tra il 10 e il 20%. È vero che la soluzione non è semplice dal punto di vista tecnico ma dopo un anno non si è mossa una foglia e il Forum dell'acqua ha lanciato una campagna di «obbedienza civile»: in 20 mila, un po' in tutta Italia, hanno calcolato per conto loro quella voce in bolletta e hanno deciso di non pagarla”. Il Comitato chiede ai sindaci di convocare l’assemblea AA.TO. per abbassare le tariffe e trasformare Acquedotto lucano Spa e Acqua Spa in società di diritto pubblico con la partecipazione dei cittadini nella governance. In alternativa uscire da Acquedotto lucano e gestire l’acqua attraverso un  consorzio pubblico locale e infine un piano di tutela delle acque e dighe dall’inquinamento delle estrazioni petrolifere.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)



Nessun commento:

Posta un commento