giovedì 14 giugno 2012

La Sharka sta distruggendo i frutteti del Metapontino. L’sos di Agricoltura futura


POLICORO – La Sharka sta distruggendo i frutteti del Metapontino. L’sos viene lanciato dalla costituenda associazione Agricoltura futura, un pool di agronomi, periti agrari e imprenditori del settore, in piena raccolta di pesche, albicocche e susine. “Un anno fa lanciammo l’allarme alla Regione Basilicata e in particolare all’ufficio fitosanitario di intervenire prontamente con gli opportuni interventi a sostegno del settore per difendere le aziende dalla chiusura per fallimento a causa dell’estirpazione degli impianti, anche giovanissimi, sulla quale necessitano agevolazioni economiche agli imprenditori. E per il 2012 il danno sarà ancora superiore in termini di perdita del raccolto se non si pone subito una strategia anti-sharka. Infatti registriamo che l’affezione virale provoca i maggiori danni alle drupacee (pesche, albicocche e susine), tanto che in Italia è stata dichiarata malattia da quarantena a lotta obbligatoria. Per limitare la diffusione di questa pericolosa malattia è importante la collaborazione di tutti: vivaisti, tecnici e agricoltori che devono tempestivamente segnalare i casi sospetti all’ufficio fitosanitario regionale. Noi lo stiamo facendo da un anno ma finora non sono arrivati segnali incoragginati da Potenza. Non c’è stato il rigoroso controllo del materiale di propagazione e l’eradicazione dei focolai d’infezione, unica strategia per la lotta alla malattia”. La sharka si trasmette attraverso la moltiplicazione vegetativa di piante infette e tramite afidi, con una trasmissione di tipo non persistente e la sua manifestazione varia in base alla coltivazione, virulenza del ceppo virale, condizioni climatiche e contemporanea infezione della pianta con altri virus. “Noi –concludono- abbiamo ricevuto già notizie, verificate da sopralluoghi, dei danni enormi alle piantagioni di frutta superiori ad un anno fa iniziate con piccole aree clorotiche, tondeggianti o anulari, visibili in trasparenza, lungo le nervature secondarie o terziarie di giovani foglie per poi distruggere tutte le colture di questi periodi che costringono gli agricoltori ad estirpare la pianta. Il virus non è pericoloso per i consumatori ma, oltre a portare alla morte della pianta, rende invendibili i frutti a causa delle deformità ed elevata acidità. Eppure basta utilizzare degli appositi materiali di certificazione di qualità che riducono al minimo il rischio per evitare una strage di piantagioni”. “Fa paura l’assoluto silenzio, finora, delle associazioni di categoria, se tali si possono chiamare, sul problema sharka. S’invitano anche i singoli produttori a fare forza verso le istituzioni per affrontare e risolvere il problema –sostiene Saverio Carbone tra i promotori della costituenda associazione.  In tutto l’arco jonico, zona a alta diffusione della sharka, non vi è stato nessun amministratore che ha sollevato il problema alla Regione Basilicata. Si spera che lo faccia il neo assessore del Comune di Policoro”.

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