mercoledì 22 febbraio 2012

“Per il tuo cuore”: settimana di sensibilizzazione sulle malattie cardiovascolari




POLICORO – Nella terza settimana di febbraio (13-19) in tutta Italia si è celebrata la giornata di sensibilizzazione: “Per il tuo cuore”, una raccolta fondi per l’omonima fondazione, organizzata dall’associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri. Nel centro jonico nella mattinata di sabato 18 il reparto di cardiologia del nosocomio “Giovanni Paolo II” di Policoro è stato aperto agli utenti in una giornata di sensibilizzazione e di visite gratuite per prevenire l’infarto e l’ictus. Poi nel pomeriggio è stato organizzato un incontro pubblico, nel Palazzo di città, che ha visto tra i relatori i medici del locale nosocomio: Luigi Truncellito, Giulio Spirito e Andrea Andriani. I tre hanno spiegato i fattori di rischio, che se non curati portano allo scompenso cardiaco, delle patologie legate al cuore. Che sono tre: quelle non modificabili, modificabili e parzialmente modificabili. I primi sono legati all’età, al sesso, patologie genetiche che non dipendono dall’essere umano ma naturali; i secondi invece dipendono essenzialmente dalla volontà umana: fumo, alcol, inattività fisica, obesità, alimentazione ricca di grassi (dolci, formaggi, carne rossa, vino rosso, ingeriti in quantità elevata); e poi quelli parzialmente modificabili che colpiscono quei pazienti affetti da ipertensione, diabete. Per tutti la ricetta, evidenziata durante la tavola rotonda, è prevenire per evitare poi esosi salassi nelle visite e l’irrimediabilità di terapie quando si viene colpiti da infarto o ictus. Infatti queste patologie sono ai primi posti dei decessi: addirittura 1 su 2. Ecco dunque che i tre professionisti hanno messo sotto la lente di ingrandimento le “terapie” quotidiane da mettere in campo per evitare brutte sorprese col passare degli anni fedeli al motto: ognuno di noi è medico di sè stessi. “Un corretto stile di vita passa attraverso sane abitudini. Tra queste: un’alimentazione ricca di verdure, frutta, pesce, cereali, attività fisica costante, check up periodici, ridurre ai minimi termini i vizi di cui sopra e lo stress. Un’altra accortezza è quella di imparare ad usare il defibrillatore perché dal momento in cui si subisce un infarto ci sono sette minuti di tempo per il personale sanitario poter intervenire, dopo i quali le statistiche sono impietose. In genere i primi sintomi si ravvisano con l’affanno a riposo o dopo lo sforzo, stanchezza, accumulo di liquidi, palpitazioni, senso di vertigine e confusione, pressione bassa, aumento o diminuzione di peso ingiustificati, ridurre lo stress”.

Gabriele Elia (fonte il Quotidiano della Basilicata)

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