venerdì 17 febbraio 2012

Museo della “Siritide”: Giuseppe Battafarano succede a Salvatore Bianco



POLICORO – Dall’inizio del 2012 il museo nazionale della “Siritide” ha un nuovo responsabile: Giuseppe Battafarano, già dipendente della Soprintendenza dei Beni Archeologici di Basilicata proprio in quel di Policoro. Ha preso il posto del Dott. Salvatore Bianco, ritornato nel leccese dopo 30 anni di servizio nel centro jonico. In occasione di un evento culturale a San Valentino, abbiamo incontrato il neo responsabile per fare il punto della situazione: “Il direttore del museo è un dirigente archeologo –osserva Battafarano- e io per essere precisi sono il responsabile di sede fino a quando la Soprintendenza non nominerà un nuovo direttore, se lo riterrà opportuno. In media visitano questa struttura 15-20 mila persone l’anno per lo più studenti. Il nostro compito è quello di tutelare i reperti archeologici presenti perché il museo è parte del territorio e questo di Policoro raccoglie una vasta area dalla valle dell’Agri al Sinni. E’ mia intenzione aprire il museo a chi ancora non ha avuto la fortuna di visitarlo e conoscerne i contenuti ed eventi come questo di oggi (Lo sguardo di Eros 14 febbraio ndr) è solo un primo passo. In programma ne abbiamo un secondo, sempre qui in via Colombo, l’8 marzo in occasione della giornata della donna e poi conto periodicamente di organizzarne altri. Oggi il museo di Policoro ospita materiali risalenti al periodo classico della Magna Grecia (seconda metà quinto secolo a.C. fino al 323 ndr), una raccolta di documentazione delle popolazioni indigene, tra cui Enotri e Lucani soprattutto nell’età del Bronzo. Nell’anno in corso abbiamo in programma l’apertura del terzo padiglione con due saloni e altrettanti livelli entro cui i visitatori potranno anche vedere, un caso unico in un museo, la vestizione tridimensionale di una nobildonna. Dunque ci apriamo alla multimedialità; cercheremo di allestire due mostre, tra cui quella della Villa Imperiale di Nova Siri. Ritengo, sulla base della mia esperienza, che questa sia la strada maestra per valorizzare al meglio lo scrigno di tesori nascosti presenti in questa struttura. Perché oggi la valorizzazione di un bene passa attraverso la sua fruibilità agli utenti. E quale migliore occasione se non quella di veicolarne il messaggio attraverso convegni, meeting e appuntamenti culturali? Ma ci vogliamo interfacciare, essendo una Pubblica amministrazione, anche con gli Enti pubblici e con gli operatori turistici e culturali, magari stipulando protocolli operativi, per intercettare quei flussi turistici che passano e non si fermano al museo in un calendario comune delle manifestazioni culturali per aumentare le nostre presenze di turisti stranieri e italiani, non soltanto limitandoci per lo più a quello scolastico. Oggi noi collaboriamo con alcune associazioni locali di archeologi, i quali sono anche guide turistiche per sopperire alla carenza di quelle interne in pianta organizza fino a quando non ne verranno formate di nuove tra il personale addetto. La collaborazione è proficua, di qualità se richiesta in tempo utile; in caso contrario ci sono quelle cartacee e le didascalie dei pannelli. Però si può fare di più”. Il museo è stato inaugurato nel 1969.

Gabriele Elia

(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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