POLICORO – Il giorno della Natività non è stato possibile visitare il museo della “Siritide” di via Colombo nel centro jonico. Motivo? Chiuso! In piene vacanze di fine anno turisti e residenti il 25 dicembre non hanno ammirato le bellezze storiche-archeologiche che offre lo scrigno di tesori della città jonica che affonda le radici nella civiltà ellenica, e al cui interno si possono ammirare diversi padiglioni di rari reperti. La segnalazione ci è arrivata da alcuni visitatori che sono rimasti delusi trovandosi di fronte i cancelli chiusi del museo il giorno di Natale. Così abbiamo fatto una verifica e un solerte impiegato ci ha dato la conferma che il 25 per il museo è stata giornata di chiusura. Così sono stati per l’intera giornata lavorativa a braccia conserte. E non certamente per protesta contro il Jobs Act, la riforma del mercato del lavoro, che sembrerebbe aprire le porte del licenziamento anche ai dipendenti della Pubblica amministrazione, non quelli di Policoro però che non hanno colpe, ma per: “disposizioni ministeriali” ci ha spiegato un gentile impiegato. Tipica risposta della pubblica amministrazione quando gli ordini arrivano dall’alto. Un po’ come succedeva nei regimi totalitari dove partito e Stato erano la stessa cosa e dunque non si poteva far altro che ubbidire. D’altronde guai a mettersi contro il padrone. Giustamente. Ma chi risarcisce gli utenti? Coloro i quali si sono sobbarcati alcuni chilometri per passare una giornata in famiglia e approfittare della bella giornata per girare tra ciò che offre la città, che annovera tra uno dei posti più belli proprio il museo? In teoria chi lavora nella pubblica amministrazione, compresi i ministeriali e inquilini politici di Palazzo, avrebbero tra i loro datori di lavoro proprio quelle persone che volevano visitare il museo il 25, i quali pagando le tasse remunerano il 27 di ogni mese anche loro. E invece dal ministero, stando a ciò che ci ha riferito il dipendente, ha imposto la chiusura con ragioni ad oggi del tutto sconosciute. Già perché il 25 in servizio c’erano quattro unità lavorative, stando sempre a ciò che ci è stato detto, i quali hanno trascorso la giornata guardandosi in faccia non potendo fare di più visti i diktat poco culturali e molto inurbani piovuti da Roma. Pagati senza lavorare. Così al danno si è aggiunta la beffa per i poveri potenziali visitatori che davanti alle inferriate della struttura non hanno potuto fare altro che ritirarsi di buon grado e trascorrere qualche ora della giornata in modo diverso. Non è così che si accolgono i turisti e si aprono le porte della città a chi, se ben accolto, forse ritorna. E il 2015 si aprirà esattamente sotto lo stesso segno. Infatti il ministero questa volta ha precettato ben sei unità lavorative il primo gennaio per non far nulla. Nemmeno dire al turista: buon anno e scusate per la chiusura.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)
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