POLICORO – Davide Stigliano,
proprietario/gestore del BarHchic incendiato nella notte tra sabato e domenica
scorsa non sa darsi una spiegazione plausibile del gesto delinquenziale che ha
visto mandare in fumo, non solo metaforicamente, il suo chiosco sul lungomare
centrale di via Lido. Una struttura architettonicamente gradevole, per essere
rimuovibile, che ha anche i suoi costi: 20 mila circa. Da circa tre anni le due
Amministrazioni che si sono succedute hanno puntato tutto su questi chioschi,
giostre e gonfiabili per aumentare l’offerta turistica in riva allo Jonio. Il
bando comunale per la concessione delle autorizzazioni scadeva a metà
settembre. Alcuni hanno smontato altri no. Il motivo sta nel fatto che i
chioschi potevano destagionalizzare l’estate per i più ottimisti; altri hanno
invece chiuso e smontato le strutture leggere in legno dedicandosi a quelle del
nucleo urbano. Tuttavia in alcuni periodi dell’anno, tra festività comandate e prolungate
dai “ponti”, sulla Duna attrezzata si vede qualcuno: chi ha seconde case, molti
pugliesi, o chi si riversa a mare dai Comuni di montagna. Ecco spiegato il
motivo della loro presenza, seppur chiusi in questo periodo, sul passeggio in
attesa di un clima più mite. Stigliano dopo la chiusura di metà settembre in
coincidenza quasi con l’arrivo dell’autunno non si era portato l’attrezzatura a
casa, ma in vista di qualche giornata sfruttabile aveva recintato il chiosco
con delle reti metalliche. Che non sono servite per arginare il rogo. Così
raggiunto telefonicamente ci dice di aver subito un danno di almeno 50 mila
euro. La sua è una voce amareggiata per l’accaduto, senza una spiegazione
logica dal suo punto di vista, anche se non ha il timbro della voce di chi
vuole gettare la spugna: “Per la prossima estate sarò di nuovo allo stesso
posto di prima. Non ho certo intenzione di mollare, anzi rifarò il chiosco più
bello di prima”, ci racconta con voce rinfrancata man mano che parla e dopo
aver ricevuto una marea di sms, messaggi su social network e altri canali
moderni di comunicazione. Un gesto, quello di tanti amici e conoscenti, che ha
tirato su il morale a Stigliano e gli dà la forza di andare avanti: più e
meglio di prima. Almeno queste sono le sue intenzioni. Per il momento. Di
contro però in cinque anni gli inquirenti hanno perso ormai il conto degli
attentati incendiari in tutta la fascia jonica. A favorire questi fenomeni
delinquenziali c’è però una cappa di omertà simile a quella dei paesi ad alta
densità mafiosa di regioni limitrofe. E’ vero che nessuno o quasi è stato
assicurato alla giustizia, ma è altrettanto vero che gli inquirenti trovano
difficoltà a squarciare il muro del silenzio sia dei danneggiati che di
potenziali testimoni e persone in senso lato. E in questo terreno fertile
dell’indifferenza si inserisce sia la criminalità, organizzata o micro che sia,
e sia coloro i quali hanno privatamente dei conti in sospeso da saldare.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della
Basilicata)
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