POLICORO
– Il 24 gennaio 2014 è la data che i contribuenti residenti nel centro jonico
vorrebbero cancellare dal calendario. Finiti i festeggiamenti di fine anno si
mette mano al portafogli. Infatti a fine mese scadono i termini per il
pagamento della Tares (ex Tarsu), tassa sulla raccolta dei rifiuti solidi
urbani che ha registrato un aumento medio del 25%, i cui termini inizialmente
erano stati fissati dall’Amministrazione comunale per il 31 dicembre, ma poi
viste le difficoltà di recapito/notifica degli avvisi di pagamento si è deciso
di prorogare al 24 gennaio il conguaglio delle quattro rate. Ma per chi non lo
sapesse lo stesso giorno è il termine ultimo per il pagamento della mini Imu
(Imposta municipale sugli immobili) anche per i proprietari della prima casa.
Infatti la tassa sull’abitazione principale i policoresi devono pagarla poiché
la legge prevede che i Comuni che hanno elevato l’aliquota base introdotta dal
Governo Monti, 4x1000, hanno il dovere di chiamare i cittadini alla cassa. E
poiché l’attuale Amministrazione ha aumentato di un punto percentuale 5x1000 l’aliquota
si dovrà pagare lo 0,40% della differenza tra il 4 e 5x1000. Un vero e proprio
rompicapo anche per i tecnici alle prese con calcoli e una legislazione che
cambia quasi ad horas con il Governo disposto a coprire il 60% dell’aumento, il
resto del debito devono pagarlo i cittadini. Per i proprietari di case non di
lusso si tratta di una cifra simbolica, 40,00 come media, ma pur sempre un
adempimento con perdita di tempo annesso per la compilazione del modello F24
che aggiunta alla Tares alleggerisce le tasche dei policoresi. In tutta Italia,
stando ai dati del Governo, sono 2500 su oltre 8000 i Municipi che hanno scelto
di deliberare l’aumento dell’aliquota base e 26 quelli lucani –quest’ultimo
dato è del centro studi Uil Basilicata-. L’assessore comunale al Bilancio di
Policoro, Massimiliano Scarcia (Trenta-centro destra), da noi interpellato sulla
materia ha spiegato che il Governo ha cambiato le regole del gioco in corsa.
Aveva promesso di ristorare i Comuni del gettito di imposta e invece si è
fermato al 60% della differenza tra il 4 e 5x1000 dimostrandosi scorretto non
avendo la copertura finanziaria e lasciando i Comuni che hanno innalzato
l’aliquota l’onere di riscuotere l’imposta. Se questo è il federalismo fiscale
tanto sbandierato a destra e a manca non c’è da stare allegri. C’è un tale caos
normativo da generare confusione a tutti i livelli amministrativi e per l’anno
in corso non è per nulla ottimista sulla rimodulazione delle imposte locali. Il
giovane politico non vuole fare l’ambasciatore di sventure ma dalle prime
dichiarazioni crede che tra casa e servizi locali nel 2014 ci sarà un aggravio
delle imposte. Ormai il Governo ha scambiato per un bancomat gli Enti locali
usandoli per attingere risorse che non vuole chiedere direttamente ai cittadini,
ma si serve degli amministratori locali, i terminali ultimi della catena che
porta ai cittadini, per il lavoro sporco: quello di comportarsi come lo
sceriffo di Nottingham.
Gabriele
Elia
(fonte
il Quotidiano della Basilicata)
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