lunedì 27 gennaio 2014

Convegno delle Acli sulla dispersione scolastica e nuovo modello di formazione




POLICORO – Nella mattinata di venerdì 24 gennaio il locale circolo cittadino delle Acli (Associazione cattolica lavoratori italiana) intitolato a Massimiliano Kolbe, martire del nazismo, in collaborazione con l’Enaip, ente di formazione della stessa associazione cattolica, e l’Isis “Pitagora” del centro jonico, hanno organizzato una tavola rotonda, nell’aula magna della scuola tecnica di via Puglia, dal tema: “Perché nessuno si perda”. Paola Vacchina, vice presidente nazionale delle Acli, ha illustrato i dieci punti della proposta nazionale fatta dalle Acli ai ministeri del Lavoro e Miur. Giulio Sarli, del circolo policorese, ha poi spiegato: “Vogliamo lanciare un appello istituzionale per l’istruzione e la formazione professionale come strumenti per combattere la dispersione scolastica e per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro con l’offerta di percorsi a tutti i giovani che vogliono assolvere all’obbligo di istruzione e adempiere al diritto/dovere sino al conseguimento di almeno una qualifica professionale entro i 18 anni, come previsto dall’ordinamento dello Stato  del sistema educativo di istruzione e formazione entrato in vigore a partire dall’anno scolastico 2010/2011. Purtroppo occorre rilevare che il sistema della legge nazionale  attualmente ha dato risultati  solo in Piemonte, Lombardia, Veneto, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna e Lazio,  e nelle province autonome di Trento e di Bolzano. Nel territorio lucano occorre prendere atto con rammarico del fallimento del nostro sistema educativo (dispersione scolastica altissima, giovani fuori da ogni percorso di studio, etc). Per questo occorrono risposte concrete. La formazione professionale ha sviluppato un know-how e ottenuto risultati che la candidano naturalmente ad essere il fulcro delle politiche di contrasto alla dispersione scolastica, al bullismo e ad ogni forma di marginalizzazione dei giovani”. Sarli ha chiesto alla Regione che la prossima programmazione 2014/2020 dei fondi comunitari tenga conto del gap da colmare sul fronte sia della dispersione che della qualità dell’istruzione e formazione. Un contributo è stato portato dal dirigente dell’Isis jonico, Angelo Castronuovo, il quale ha puntato l’indice sui numeri impietosi che: “Denunciano una vera e propria emergenza degli abbandoni scolastici prima della conclusione del secondo ciclo d’istruzione. Il fenomeno assume un carattere sempre più preoccupante, anche perché spesso si tratta di abbandoni che avvengono quando si frequenta ancora la scuola dell’obbligo. Pertanto occorrono nuove riflessioni:  globalizzazione e rottura dei legami sociali sono argomenti importanti per capire la complessità del mondo di oggi. La scuola è attraversata da anni da continue novità cui si accompagnano sempre maggiori difficoltà e adempirà al proprio ruolo solo se percorrerà nuove strade, accetterà nuove sfide e non tenterà di replicare se stessa all’infinito. Nel senso che le istituzioni scolastiche non dovranno più limitarsi alla mera programmazione, intesa come elencazione ed organizzazione delle attività da svolgere, ma dovranno uscire fuori da schemi precostituiti e luoghi comuni, progettare nuovi percorsi in grado di prevedere il futuro, di intuire i cambiamenti e di anticipare le trasformazioni per preparare i giovani ad inserirsi al meglio in un mondo sempre più competitivo e in rapido divenire. La politica dovrebbe monitorare continuamente il territorio, osservare i cambiamenti sociali e proporre soluzioni compatibili con le risorse, i mezzi e le strutture presenti sul territorio stesso. La rivoluzione tecnologica e informatica che ha segnato gli ultimi decenni del ventesimo secolo e l’inizio del terzo millennio ha portato nel mondo del lavoro veri e propri sconvolgimenti caratterizzati dalla progressiva scomparsa dei vecchi “mestieri” e dalla crescente obsolescenza delle abilità e delle competenze acquisite dai lavoratori delle generazioni meno giovani. Pertanto dobbiamo –conclude Castronuovo- riconcepire il lavoro e la formazione imparando a sfruttare le potenzialità della tecnologia per creare un nuovo e più umano ordine sociale”. Le conclusioni sono state tirare del dirigente regionale, settore scuola, Robertella il quale ha sottolineato l’importanza della prevenzione sul tema della dispersione scolastica, sul ruolo dei genitori nel seguire il proprio figlio durante le ore extradidattiche e sull’intero sistema scolastico che deve puntare sull’inclusione, competizione e valorizzazione delle intelligenze nel senso lato: visive, cognitive e di esperienza. Scuola del sapere e del fare insieme. Tra i vari contributi quelli di alcuni ragazzi dello stesso istituto, di Giovanna Salluce (Ageforma), Sigismondo Mangialardi (imprenditore), Franco Nola (Us Acli), Don Salvatore De Pizzo e quello di una docente di una scuola tecnica di Corleto su due progetti di alternanza scuola lavoro che hanno trovato l’apprezzamento degli studenti: uno sul monitoraggio ambientale e altro su un’esperienza concreta di lavoro in attività produttive.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)









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