POLICORO – La Tradeco si è aggiudicata per la
seconda volta di fila il bando per la raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi
urbani in città. La minoranza del Partito democratico (Pd) non ci sta e dopo le
polemiche dei mesi scorsi sul servizio (o disservizio?) e sul costo, interviene
con un documento: “Ciò che è accaduto è paradossale e questa amministrazione se
ne deve assumere la responsabilità. Come mai non una parola è stata detta dal
Sindaco e dalla sua maggioranza sull'aggiudicazione della nuova gara del
servizio di raccolta rifiuti che costerà al comune per i prossimi sette anni
circa 18.000.000,00 di euro? Forse perchè imbarazzata che ad aggiudicarsela sia
stata la stessa ditta che loro fintamente hanno sempre screditato e contestato?
Lo scorso 21 gennaio 2014 con un ribasso dell'8,99% la ditta Tradeco si è
aggiudicata per sette anni il servizio di raccolta rifiuti presso il Comune di
Policoro. So che può sembrare un errore o un paradosso, ma è proprio così. La
stessa ditta che nel 2012 si era aggiudicata il precedente bando ad un costo di
€ 1.700.000,00 all'anno per nove anni, se lo è riaggiudicato ad un costo di €
2.500.000,00 circa, data la cessazione anticipata del contratto. Quante bugie, quante
chiacchiere, quanto dilettantismo, quanti soldi, quanto ritardo accumulato sul
servizio di raccolta differenziata, quanto disservizio, ma soprattutto quanta
ingenuità ha mostrato questa maggioranza nella gestione di questa vicenda.
Chiederemo conto delle consulenze espletate dalle Esper a spesa di noi
cittadini, e chiederemo altresì, come mai il Dec ha ritenuto che non
esistessero motivazioni tali, legate a disservizi che potessero generare le
condizioni per far venire meno quel rapporto fiduciario, indispensabile per
espletare legittimamente il servizio. Questo riteniamo sia il punto saliente
della questione, perchè questa maggioranza si è fatta incastrare dall'accordo
bonario, con il quale sono venute meno tutte le frizioni o eventuali
contenziosi tra la Tradeco ed il Comune, consentendo in tal modo alla ditta di
poter partecipare alla gara ed aggiudicarsela. Ci chiediamo come hanno potuto
arrogarsi il diritto di chiudere anticipatamente un contratto che aveva un
certo costo (€1.700.000,00), per predisporne uno nuovo ad un costo superiore (€
2.500.000,00 circa). Come credono che noi ed i cittadini possiamo assistere
inermi al paradosso che ad aggiudicarsi la nuova gara sia stata la stessa ditta
che a dir dell'amministrazione non rispettava il precedente contratto, con un
regalo di € 800.000,00 come premio per tutto quello che si è fatto. Ricordate
il sindaco Leone in campagna elettorale che aveva promesso dai palchi di
risolvere la questione in pochi giorni. Se questo è il suo modo di risolvere le
cose lo invitiamo da ora in poi ad evitare, che di danni in poco meno di due
anni, già ne sono stati fatti tanti. Ci saremmo augurati che a fronte di tale
situazione e dei due anni di disservizio che i cittadini hanno subito,
nonostante pagassero regolarmente le tasse, questa amministrazione optasse per
il mantenimento dello stesso livello di tassazione del 2012 anche per il 2013,
evitando l'applicazione della Tares, così come il Governo permetteva. Invece
non solo hanno gestito male la vicenda, hanno anche ritenuto di riconoscere
alla Tradeco per l'anno 2013, relativamente al vecchio contratto, gli
adeguamenti contrattuali, portando il costo del servizio da € 1.700.000,00 ad €
2.200.000,00 circa, pur consapevoli dell'entrata in vigore della Tares che a
differenza della Tarsu, consente la copertura del costo del servizio
esclusivamente con risorse provenienti dalla tassazione e relativo pagamento
dei cittadini. Almeno questo avrebbero potuto evitarlo. E’ un paradosso
assistere agli aumenti della tassazione sui rifiuti senza aver usufruito di un
degno servizio. Ma è ancor più ingiusto apprendere che, rispetto agli aumenti
già applicati nella Tares 2013, per il 2014 tutti i cittadini saranno costretti
a pagare oltre il 30% in più rispetto agli aumenti già applicati quest’anno a
causa del nuovo bando e del relativo appalto”.
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
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