POLICORO - “I pozzi di petrolio e, soprattutto, i centri oli per la desolforizzazione degli idrocarburi pieni di zolfo e mercaptani, liberano nell'aria sostanze altamente tossiche: corpi organici volatili, PM10, acidi solfidrici, IPA, furani, diossine. Uno dei più letali e più presenti è l'idrogeno solforato i cui limiti di tolleranza in America sono di 0,001 parti per milioni. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (presente al convegno Eni/Regione) consiglia limiti di 0,005 ppm; in Italia, l'industria non petrolifera può emettere H2S fino a livelli di 5 (cinque) ppm., mentre l'industria petrolifera può emettere livelli nell'aria fino a 30 ppm., cioè 6 mila volte superiori a ciò che raccomanda l'Oms. Tutta la filiera degli idrocarburi è cancerogena, dalla ricerca/estrazione del greggio fino al pieno di benzina in auto in una normale stazione di rifornimento. Lo afferma una disposizione dello Stato della California che si chiama Proposition 65. Questa , tra le altre cose, obbliga le più grosse compagnie petrolifere internazionali, la Shell, la Conoco, la Texaco, la Bp, la Chevron eccetera, ogni 3 mesi, a pubblicare un warning sulle principali testate giornalistiche californiane sui rischi della cancerogenicità della filiera del petrolio. A quando una vera indagine epidemiologica per capire come mai la media dei tumori in Basilicata negli ultimi 20 anni ha un andamento doppio rispetto alla media nazionale?». Sono solo alcune delle agghiaccianti osservazioni che la Organizzazione Lucana Ambientalista (Ola) e NoScorie Trisaia pongono ai lucani e ai governi. Il Forum Democratico di Bernalda dando riscontro a tali questioni ha riunito a Policoro rappresentanti della stessa NoScorie Trisaia, Felice Santarcangelo, del Movimento 5 Stelle, Giovanni Lasalandra, di Karacteria, Ivano Farina, il coordinatore regionale Miko Somma di Comunità Lucana-Movimento No Oil, ed altri attivisti ambientalisti locali per dare i loro contributo alla inderogabile necessità di far pronunciare su così grave tema l'opinione pubblica lucana nelle forme più ampie e partecipate. «Il governo regionale non può prescindere dalla volontà dei cittadini lucani e di conseguenza il Memorandum di Intesa con le compagnie petrolifere deve tenerne in debito conto. – sottolinea la Ola - È un imperativo morale di ogni amministratore e di ogni parte politica far capire e portare alla giusta attenzione delle popolazioni locali le conseguenze sulla salubrità del proprio ambiente e sull'economia che quegli accordi produrranno. Questo è solo uno dei tanti impegni di un lavoro che deve essere, invece, portato avanti il più possibile in modo unitario dalle associazioni, dai partiti, dai sindacati e dalla società civile e verso un unico fine. Pur tra le variegate posizioni: «una moratoria su tutte le future attività petrolifere e una verifica su quelle attuali per tutelare l'acqua, la salute dei cittadini e le economie locali. Una verifica a bocce ferme delle condizioni democratiche, ambientali ed economiche con le popolazioni locali, i sindaci e le istituzioni che il Memorandum tra De Filippo e le Compagnie petrolifere non ha affrontato di Noscorie Trisaia e Comunque No a quel mortificante 10 % di royalties - 7 % attualmente - per i sacrifici richiesti alla nostra Regione di Forum Democratico, emerge chiara la necessità di far pronunciare chi quell'inquinamento lo metabolizza e quel mancato guadagno lo perde per indebita rappresentanza. Sia comunque chiaro che nessuno pensa, dati i rischi ed i sacrifici che paghiamo, che almeno ci corrispondano un compenso adeguato. La vita non ha prezzo. Mala sfacciataggine di volerci offendere con un elemosina del 10 %, per tutto ciò che paghiamo, beffa ancora di più la nostra dignità. Nel mondo le royalties medie superano il 40 %, con punte dell' 80 % in Norvegia, in Indonesia e Libia».
Fonte
Il Quotidiano della Basilicata
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