martedì 21 giugno 2011

La Fidapa tra arte, cultura e storia





POLICORO – Marinagri, la cittadella sull’acqua, è stata definita la “perla” turistica dello Jonio. Sabato sera 18 giugno si è aperta mostrando tutta la sua bellezza e quella dei gioielli di Marina Corazziari, esposti nella sala convegni all’interno di una tavola rotonda organizzata dalla locale sezione della Fidapa (Federazione italiana donne arti professioni e affari): "Il percorso della cultura, tra mito e rappresentazione". Maria Antonietta Amoroso ed Elisa Polistèna, rispettivamente consigliera Fidapa del distretto Sud-Est e presidente di circolo cittadino, hanno parlato di sfida culturale cui la città di Policoro non si deve sottrarre per la sua storia ultramillenaria e così diversa che va dalla culla della Magna Grecia alla Riforma Fondiaria, passando attraverso le visite di Federico II di Svevia nel castello baronale, in cui il mito deve rappresentare la realtà, calibrando poi il discorso su cenni della storia di Policoro. Pina Stigliano, dell’associazione Inner Wheel, ha portato i saluti della sua associazione, mentre il patron di Marinagri, Enzo Vitale, nel mettere a disposizione la sua struttura per eventi di questo tipo ha anche preannunciato che donerà il 2% degli utili del gruppo Marinagri alla ricerca, cultura ed arte. Mary Padula, vice sindaco di Policoro, ha sostenuto che la cultura è conoscenza e la conoscenza è libertà, e per questo motivo c’è bisogno di valorizzare le risorse culturali di cui Policoro e la Basilicata sono ricche. Domenico Smaldone, assessore al bilancio della Provincia di Matera, ha affermato come la società odierna non ha bisogno di miti ma di una maggiore apertura democratica per evitare fenomeni dell’uomo forte e del suo mito di cui la storia è piena di miti negativi. Un breve intervento è stato portato dall’assessore regionale alla Cultura, Rosa Mastrosimone, la quale si è soffermata sulla necessità di mettere a sistema tanti aspetti culturali e diversi proposti dalla Lucania di cui la creatività e l’arte dei gioielli è una delle espressioni più belle. Il direttore del museo nazionale della “Siritide”, Salvatore Bianco, ha focalizzato la sua relazione sull’Ambra e il rapporto che essa aveva nelle credenze popolari del passato, secondo le quali l’Ambra aveva affetti terapeutici nel curare malattie; aggiungendo che comportamenti lineari ed etici di cui si facevano portatori le popolazioni residenti nell’attuale Basilicata intorno al I secolo a.C. erano un “credito” per la vita eterna. La ricercatrice austriaca Veronica Gertl, dell’università di Innstruck, ha messo sotto la lente di ingrandimento il mito di Demetra, la dea dell’Agricoltura e della fertilità, protettrice del matrimonio e antesignana delle tecniche agricole tramandate fino ad oggi grazie ai ritrovamenti archeologici negli scavi di Policoro e dintorni. La psichiatra Tiziana Ghezzi invece ha fatto un parallelo tra Medusa, altro mito del passato, e la psicanalisi di Freud sull’evoluzione sessuale nella psiche degli esseri umani con il passare degli anni. Infatti Medusa prima di essere trasformata in dea della bruttezza femminile dagli dei nella mitologia greca, era una delle donne più belle tra tutte le dee. Infine il medico Domenico Labriola e una sua collaboratrice, entrambi dell’università di Napoli, hanno illustrato gli studi sul Dna della tomba di bambino ritrovata recentemente in via Agrigento a Policoro.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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