venerdì 10 giugno 2011

Piano sanitario regionale: la Uil a convegno




POLICORO – La Uil (Unione generale del lavoro) guarda con attenzione al futuro dell’ospedale del centro jonico e a tutto il pianeta sanità in particolar modo. Così lo stato maggiore del sindacato lucano, guidato da Carmine Vaccaro sul regionale e Franco Coppola in provincia di Matera, ha promosso un incontro sul: “Nuovo Piano sanitario regionale” nel centro giovanile di “Padre Minozzi” lunedì 6 giugno. Presenti ovviamente tutti i responsabili regionali della sigla sindacale. Relatore d’eccezione il Direttore generale del Dipartimento Salute della Regione Pietro Quinto. Nel suo intervento ha evidenziato come i numeri della Basilicata in termini di popolazione sono bassi e pertanto anche la spesa sanitaria va qualificata meglio: “Ci sono 30 milioni di euro in meno per quest’anno e se il trend negativo della popolazione dovesse continuare così andrà sempre peggio. Purtroppo i parametri nazionali sono rigidi e non li possiamo sforare se non vogliamo fare la fine di altre Regioni del Sud che sono commissariate nel settore sanità. Il nostro budget complessivo è di 1 miliardo e 24 milioni di euro e se splafoniamo del 5% il Governo nazionale nomina un commissario che taglia le spese senza guardare in faccia a nessuno, anche se dovessimo trovare le risorse per il piano di rientro. Allora quando devono tagliare gli altri cerchiamo noi stessi di salvaguardare gli interessi dei territori con quelli di bilancio rimodulando il piano sanitario. La normativa prevede 3 posti letto per acuti ogni 1000 abitanti e 1 per malati cronici sempre ogni 1000 abitanti. Pertanto sulla base di questi numeri abbiamo destinato il 44% delle risorse agli ospedali per acuti, il 51% per l’assistenza distrettuale e il 5% per la prevenzione nel nuovo Piano. Tra tutti e 17 gli ospedali regionali due saranno Dea (Dipartimento di emergenza) di 1° e 2° livello rispettivamente a Potenza (San Carlo) e Matera (Madonna delle Grazie), e per il primo nosocomio siamo stati anche fortunati perché il reparto di cardiochirurgia lo si può avere nelle Regioni con 1-1,5 milioni di abitanti. Noi siamo sotto e comunque ce l’abbiamo lo stesso in deroga. Dopo i Dea dei due capoluoghi il Piano prevede 4 Psa (Presidi ospedalieri per acuti) a Policoro, Melfi, Lagonegro e Villa D’Agri con tutti i reparti necessari per la cura dei degenti e infine i distretti per i malati cronici con la “cassetta degli attrezzi” pronti ad intervenire non solo sull’aspetto sanitario ma anche dei servizi sociali alla persona”. Definita la piramide sanitaria: Dea, Psa, Distretti, Quinto ha parlato del nuovo Piano in discussione in Consiglio regionale come: “sostenibile utilizzando i soldi e i tagli con il ragionamento facendoli bastare senza penalizzare nessun territorio. Già perché nelle linee guida la Regione non fotografa un nosocomio ma guarda alla Basilicata con il sistema delle reti assistenziali intersecando i territori nei servizi alla persona senza nessuna penalizzazione”; facendo l’esempio di un cittadino che avverte un dolore al cuore, chiama il 118 e la centrale operativa invia l’ambulanza dotata di apparecchiature per l’Eco, dopodichè se trattasi di infarto gli viene somministrata la trombolisi dal medico o infermiere a bordo e successivamente il paziente viene ricoverato al San Carlo dov’è presente il reparto di emodinamica e curato con l’angioplastica; in un secondo momento dopo la degenza viene trasportato in un Utic di un Psa e poi all’occorrenza in un distretto. Il segretario provinciale Franco Coppola nell’apprezzare i buoni propositi sulla carta del Piano ha anche sostenuto come l’efficienza e l’efficacia di un servizio alla persona passa attraverso la valorizzazione del personale tutto della sanità: “Ad oggi ci risulta che in alcuni ospedali della provincia di Matera ci siano delle sproporzioni tra dipendenti medici e infermieri. Ebbene il Piano deve provvedere anche a riequilibrare queste storture”.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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