giovedì 26 agosto 2010

Altragricoltura: “Piattaforma programmatica ancora lettera morta”.



Tra i provvedimenti urgenti chiedono: dichiarazione dello stato di crisi dell’agricoltura e ristrutturazione situazione debitoria
POLICORO – Il movimento agricolo del Sud Italia si è riunito, proprio come tre anni fa, nella città jonica nella mattinata di ieri (mercoledì 25 agosto) nella sala consiliare del Palazzo di città. A guidare la protesta contro la crisi del settore primario dell’economia regionale è Gianni Fabbris, leader del movimento autonomo Altragricoltura. Insieme a lui movimenti e associazioni di: Sicilia, Sardegna, Puglia, Abruzzo, Calabria, Campania, Lucania per rivendicare ancora una volta la piattaforma sottoscritta il 17 luglio scorso, sempre a Policoro, ad oggi rimasta, secondo Fabbris, lettera morta. In particolare, a parere del manifestante: “Lo stato di crisi del settore non è stato dichiarato dal Governo nazionale dopo la richiesta fatta da alcune Regioni del Mezzogiorno, le quali hanno anche loro un po’ di colpa per non essere state incisive nell’azione politica amministrativa nei confronti dell’Esecutivo”. In pratica chiedeva che anche la Conferenza Stato-Regioni se ne occupasse per dare più peso alle singole richieste. Inoltre al danno si è aggiunta la beffa: “Nella manovra correttiva del Governo –continua il sindacalista- non c’è traccia della proroga della defiscalizzazione degli oneri sociali: dai 7/8 euro sono stati addirittura raddoppiati facendo sparire il fondo di solidarietà al mondo agricolo”. Da qui la necessità di continuare la protesta, aggiornando anche la piattaforma programmatica che nei punti essenziali rimane comunque la stessa: “dichiarazione dello stato di crisi e abbattimento dei debiti pregressi delle aziende agricole che oggi pesa come un macigno sui bilanci del 50% delle imprese in forte crisi dovuta anche al calo vertiginoso dei prezzi”. Durante l’incontro full immersion al quale sono stati invitati anche esponenti politici istituzionali, tra cui il coordinamento agricolo degli amministratori della fascia jonica, consiglieri regionali e parlamentari è stato anche rimarcato la necessità di fare rete tra i movimenti, associazioni, comitati nati in questi tre anni per raggiungere così nel breve periodo qualche risultato importante: “Com’è accaduto in Sardegna ad esempio dove abbiamo bloccato la vendita all’asta di 5400 aziende agricole e stoppato l’indebitamento delle aziende dell’isola con le nostre mobilitazioni”.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

Box richieste
1) Che venga dichiarata dal Governo la crisi socioeconomica delle aziende agricole nelle campagne italiane per assumere provvedimenti straordinari anche in deroga alle regole comunitarie;
2) Che venga istituita una unità di crisi per l'agricoltura formata, dai Ministri all'Agricoltura, all'Economia, al Lavoro, all’Interno, dalla Conferenza Stato Regioni e dai rappresentanti degli Enti Locali;
3) Che si dichiari la moratoria di tutte le esecuzioni in danno delle aziende agricole per il tempo utile a risolvere la crisi;
4) Che si ridiscutano termini della ristrutturazione e modalità della soluzione per i contenziosi ed i pregressi Inps in modo da consentire a tutti la fuoriuscita dalle pendenze e non solo alle banche di speculare;
5) Che si metta mano alla riforma dell'INPS in agricoltura, sempre promessa e mai realizzata, in modo da realizzare il riallineamento alle condizioni della media degli altri Paesi Europei con economie agricole concorrenti;
6) Che il Parlamento stanzi urgentemente, come accaduto in Grecia ed in Francia e come sta accadendo in Spagna ed in altri Paesi Europei, risorse finanziarie aggiuntive per sostenere il mancato reddito delle aziende agricole e zootecniche che sta determinando forte indebitamento e rischio di chiusura. A tal fine nelle diverse misure finanziarie che il Governo ed il Parlamento stanno adottando sulla crisi (decreto anticrisi, legge finanziaria, moratoria, ecc..) vanno aperti capitoli specifici per rispondere ai problemi delle aziende produttive;
7) Che si realizzi un piano urgente di tutela e rilancio delle produzioni mediterranee con l’obiettivo di restituire reddito alle aziende, diritti e salario giusto ai lavoratori, prezzo, sicurezza alimentare ed accesso ai cittadini.

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