giovedì 27 ottobre 2011

Stop all’abusivismo degli istituti di bellezza





POLICORO – Parrucchieri, barbieri, estetiste sono sul piede di guerra nella città jonica. Lunedì sera 24 ottobre in un esercizio commerciale nei pressi di piazza Eraclea si sono radunati per discutere di un fenomeno che sta assumendo proporzioni dilaganti in città e non solo: l’abusivismo. Ci sono persone che nella propria abitazione civile o anche presso la casa del “cliente” si recano con una certa facilità nell’espletare una mansione che richiede invece particolari accorgimenti soprattutto sanitari. Infatti nel taglio dei capelli o nella cura del viso e del corpo si può anche contrarre una malattia, in particolare l’epatite C, e di casi a Policoro ce ne sono. Questo il primo allarme lanciato durante l’adunanza alla quale si aggiunge anche un problema di legalità. C’è chi alza la saracinesca la mattina e la chiude la sera tutti i giorni, tranne la domenica e il lunedì, giornate di chiusura per questo genere di attività che rientra nel settore dell’artigianato, e incorre in controlli da parte di: ispettori del lavoro sull’assunzione di personale; dell’Asm (Azienda sanitaria materana) per quanto riguarda il rispetto delle norme sanitarie e del gruppo speciale dei Nas dei Carabinieri per lo stesso motivo; Vigili urbani per l’agibilità dei locali e rispetto degli orari e infine della Guardia di finanza per la corretta tenuta delle scritture contabili. Tutti adempimenti che pesano su tempo e sulla tasche di questi piccoli imprenditori che rappresentano una categoria numerosa in città, i quali negli ultimi anni hanno visto la loro professione liberalizzata e dunque esposta a una forte e illimitata concorrenza. Se a tutto ciò ci aggiungiamo che i venti di crisi di questi ultimi anni hanno contratto le spese per bisogni secondari, dopo il mangiare, ecco che l’abusivismo del settore prende piega non essendo esposto a quasi nessun rischio. Però la riunione di lunedì è servita per coinvolgere le istituzioni sulla necessità di una campagna di sensibilizzazione sul fronte del lavoro nero e dell’illegalità, a denunciare chi, e in qualche caso i nomi si sanno, “rovina la piazza” con un servizio poco professionale a costi abbattuti a volte anche del 50% da parte di coloro i quali sono alle prime armi essendo usciti dalla scuola di formazione da poco tempo. Non hanno paura della concorrenza, però chiedono che tutti siano trattati allo stesso modo emergendo e mettendosi in regola con gli adempimenti previsti dalla normativa in materia. All’incontro era presente come sindacalista della Cgil, Rocco Di Matteo, che in passato come consigliere comunale ha già trattato il problema e nelle prossime settimane metterà al corrente anche l’assessore comunale alle Attività produttive, Cosimo Ierone, per un supporto istituzionale sulla sensibilizzazione contro il lavoro nero e magari la stipula di un protocollo di intesa.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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