giovedì 12 settembre 2013

Stabile pericolante nel quartiere “Giovanni XXIII”




POLICORO – Nel rione “Giovanni XXIII”, parallela di via Giustino Fortunato all’altezza di piazza Eraclea, c’è uno stabile che sembra un residuo di una guerra civile. I condòmini lunedì 2 settembre sono scesi nell’androne per una formale protesta contro l’Ater (Azienda territoriale per l’edilizia residenziale) di Matera proprietario dell’immobile all’interno del quale ci abitano numerose famiglie. Dal sopralluogo da noi fatto non c’è dubbio dello stato di abbandono in cui versa l’edificio pubblico: “La manutenzione esterna –osservano i condòmini piuttosto agitati per l’abbandono istituzionale in cui versano- non è mai stata fatta in 40 anni. La recinzione del giardino è stata rimossa dagli stessi tecnici dell’Ater senza un perché con il verde pubblico che oggi è in balìa di chiunque passi da queste parti”. Ma quello del verde è un problema secondario per i residenti, anzi forse è quello su cui possono soprassedere se consideriamo che: “fuoriesce –continuano- acqua dai tombini in continuazione; tanto è vero che anche chi si occupa dell’autospurgo si è scocciato delle nostre continue chiamate e non viene più”. Infatti come si evince dalla foto lunedì sera c’era un foro nelle pareti dal quale fuoriusciva una macchia d’acqua spumosa, mentre dal solaio scolava acqua proveniente dal primo piano, un pilastro dal quale sbuca una tubatura e due tombini profondi aperti e se malauguratamente dovesse caderci un bambino…L’elenco potrebbe continuare sullo stato di conservazione alquanto precario nel quale versa il condominio e, stando a ciò che ci è stato riferito dai condòmini, il tutto nel più totale silenzio e assenza dell’Ater: “Chiamiamo e nessuno ci risponde- tuonano-; scriviamo (ci sottopongono una missiva delle scorse settimane ndr) e ci rispondono che è stata inviata una unità operativa ma nessuno l’ha mai vista. Anche il nostro amministratore è andato di persona a Matera ma non ha trovato udienza e non è stato ricevuto. Non capiamo il perché: qui tutti pagano il canone, l’edificio è di loro proprietà, noi ci preoccupiamo di segnalare che andrebbero fatti lavori di manutenzione come se fosse un ‘bene nostro’ e loro se ne infischiano delle nostre rimostranze, quasi a dire: problemi vostri. Un ufficio pubblico dovrebbe essere a disposizione dei cittadini e invece…”. Gli stessi abitanti hanno messo al corrente del problema anche l’Amministrazione comunale, la quale, nella persona del primo cittadino Rocco Leone, ha garantito il massimo impegno istituzionale e si sarebbe fatto carico anche di sostituire i tombini pericolosi per l’incolumità pubblica del rione e di coloro i quali lo frequentano.

Gabriele Elia

(Fonte il Quotidiano della Basilicata)

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