lunedì 17 giugno 2013

Green economy e centralizzazione dell’energia i temi discussi ad un convegno a Marinagri

POLICORO – Nel 1° Mediterranean Energy&Efficiency italiano, venerdì 14 giugno è toccato alla città jonica ospitare, nel Marinagri Resort, un team di esperti tra tecnici e imprenditori per discutere di: Fonti di economia energetica rinnovabile. Un tema di stretta attualità in Lucania dove non mancano diversità di vedute su come affrontare la compatibilità  energetica con la sostenibilità ambientale. Nella prima giornata è emerso che l’impatto psicologico sull’utilità delle fonti rinnovabili: sole, vento, fotovoltaico su tutti, è il primo ostacolo da superare nella mentalità delle popolazioni indigene. La miriade di incentivi e agevolazioni sono servite per educare le persone a mettersi al passo coi tempi e sfruttare le risorse naturali per approvvigionarsi di energia. Alcune misure governative sono agli sgoccioli per la politica di spending rewiew che ha colpito anche gli incentivi ambientali energetici. Dunque è ancora lunga la strada che porterà su ogni tetto di cittadino lucano un pannello solare o un impianto fotovoltaico, però le attività di informazione e sensibilizzazione non mancano. E un grosso impulso viene anche dal progresso tecnologico che ci sta portando dalla centralizzazione del settore energetico ad una sorta di federalismo con parchi eolici sparsi sulle varie alture di cui la Basilicata è piena. Oltretutto l’impatto ambientale, secondo alcuni degli insigni ospiti della due giorni policorese (14/15 giugno), sarebbe minimo e soltanto all’atto della costruzione fisica del parco eolico e differenza della fornitura tradizionale dell’energia elettrica con impianti centralizzati il cui trasporto nelle case degli italiani avviene su pali e tralicci non sempre moderni; e comunque con le rinnovabili i rischi non comprometterebbero la salute pubblica. Questo non significa che in un futuro prossimo non esisterà più la “vecchia” rete di collegamento che ha recitato una parte importante nello sviluppo economico italiano, anzi il nuovo, fonti rinnovabili, e l’accentramento energetico dovranno essere complementari l’uno all’altro con un rapporto di forze che oggi è sbilanciato sul secondo, ma che tra una ventina d’anni li vedrà sullo stesso piano. Questo perché le fonti rinnovabili non sono programmabili e vanno gestite con criterio per evitare di sprecare energia quando c’è tanto sole e vento e poi non avere l’acqua calda in casa ad esempio quando non tira un refolo di vento o durante i periodi più bui dell’anno. Da qui la necessità di integrare con la rete termoelettrica l’uso di energia riveniente dal fossile o biomassa, canali tradizionali, centralizzata che con la sua economia di scala garantisce le utenze domestiche sempre e comunque a prescindere dalle condizioni climatiche. Però la generazione distribuita in loco abbatte le perdite di energia del trasporto classico, ridimensiona i costi di manutenzione della stessa e consente una produzione pulita di energia che si può toccare quasi con mano. Un accenno è stato fatto al nucleare, sui cui sistemi di sicurezza tecnologici ultimi si può stare sicuri al 90%: a Caorso i resti della centrale sono in pieno centro. Gli invitati sono stati: Sergio Carra del Politecnico di Milano, Marcello Capra del ministero dello Sviluppo economico, Carlo Durante imprenditore, Simone Togni dell’Anev, Giovan Battista Zorzoli di Free Energia, Enrico Senatore della Terna Plus, Marco Polese Cebasmed, Julia Arneri Borghese Paradox Engineering, Claudio Organtini General Eletric e Gervasio Ciaccia Direzione mercati Aeeg.

Gabriele Elia

(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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