venerdì 22 febbraio 2013

Piazza deserta, palco vuoto e la morte della politica


POLICORO – Mancano poche ore alla chiusura ufficiale della compagna elettorale per il rinnovo del Parlamento italiano, 24/ 25 febbraio, e in piazza Eraclea il palco allestito è stato sempre e desolatamente vuoto, come piazza Eraclea. Una campagna elettorale così fredda, e non per le condizioni meteo che a Policoro sono state e sono miti tranne un paio di giorni di freddo e una spruzzata di neve pomeridiana domenica 10 febbraio, non si era mai vista. Quello che più sorprende è che sulle liste elettorali ci sono circa 20 simboli, molti dei quali sconosciuti ai più che potevano quantomeno battere un colpo. E lo stesso dicasi dei partiti tradizionali che sono più organizzati con la sezione di base. Anche loro hanno preferito il comodo incontro al chiuso, nella migliore delle ipotesi, dove ci va il simpatizzante e/o tesserato ma non certo l’indeciso o il riluttante al voto. Quest’ultimo scende in piazza per farsi un’idea di chi si nasconde dietro un simbolo. I parlamentari hanno preferito delegare i loro leaders nazionali a disquisire in Tv dove è prevalso più l’aspetto personale della competizione elettorale con accuse, invettive e colpi bassi, a volte anche senza contraddittorio, mentre le proposte sono state relegate a mere appendici. Così facendo si è delegato all’altra politica il compito di rappresentare una fetta di elettorato italiano che i sondaggisti stimano intorno al 20%. Vedremo quello che accadrà il 26 febbraio. E’ sintomatico quello che l’altro giorno un autista di bus cittadino ha detto ad un interlocutore presso la stazione “Egeo” di Policoro: “Mi sono visto un programma televisivo ieri fino alla sua conclusione, ma non ci ho capito niente…”. Non bisogna nemmeno nascondersi dietro la legge elettorale senza preferenze perché l’essenza della politica è il confronto e contatto con la gente a prescindere da come si vota che è solo lo strumento per eleggere il governante. Ci sono stati in passato turni elettorali per le politiche dove a comiziare salivano candidati di forze politiche “ghettizzate” a Roma, e anche se sotto il palco, sempre a Policoro, non c’era nessuno comunque non ci si sottraeva dalle proprie prerogative di potenziale rappresentate del popolo. Ricordo che un parlamentare esercita il proprio mandato senza vincolo di rappresentanza e pertanto si rappresenta l’intera nazione. E in questo bisogna chiamare in causa soprattutto i parlamentari uscenti. Loro avevano più doveri rispetto ai neofiti della politica a salire sul palco per il semplice motivo che dovevano rendicontare il loro operato nell’assemblea competente e cosa hanno fatto in questi 5 anni nella Capitale per la Basilicata. L’assunzione di responsabilità pubbliche è il primo dei doveri di chi è stato eletto. E invece nulla abbiamo sentito di tutto ciò. Un anno fa alle amministrative a Policoro salivano sul palco sia il Governatore De Filippo che il segretario regionale del Pd Speranza, a sostegno del centro sinistra, quando ne potevano fare a meno dato che il contesto era comunale. Ora entrambi sono candidati, il secondo è addirittura capolista alla Camera, però a Policoro, ora avevano più titoli a venire, non si è visto nessuno. Un paradosso. Si continua a chiedere il voto nella piazza virtuale sulla base delle solite promesse e soliti slogan che la Basilicata è una bella regione con risorse non capitalizzate e cose di questo genere. Questo modus operandi non fa altro che allontanare i cittadini dalla cabina elettorale per la ripetitività degli argomenti o votare chi, approfittando di queste defaiance disprezza le istituzioni e i loro rappresentanti riempiendo così la piazza reale. Un errore clamoroso per la classe dirigente aver lasciato gli umori della piazza all’altra politica.

Gabriele Elia

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