mercoledì 25 gennaio 2012

Riceviamo e pubblichiamo una lettera dell’associazione No Scorie Trisaia

Regione, petrolio e gas: aspettando un disastro?
 
Tutto va bene se non accade nulla, ma quando accade sono guai. Esplode un metanodotto vicino un centro urbano in Toscana, 10 persone in ospedale di cui 4 gravi. Scuole chiuse in 6 comuni, un incendio con fiamme alte 200 metri,  case devastate, sgomberi forzati, interventi della protezione civile in soccorso delle popolazioni. Tragedia più immane sfiorata. E stiamo parlando di un semplice metanodotto esploso. E se fosse esploso un pozzo minerario vicino all'Itrec di Rotondella? E se per un fenomeno di subsidenza, il cemento a protezione da possibili contaminazione radioattive si sfalda? In Basilicata si sfida la sorte, la fisica, ma soprattutto il buonsenso e con una buona dose d’inconsistenza si autorizzano le trivellazioni di idrocarburi vicino le case, i centri abitati, gli ospedali, le dighe, i fiumi con il Dipartimento ambiente della Regione che arriva anche ad escludere le Via, Valutazioni d’impatto ambientale. Ma escludendo la Via si escludono le osservazioni di enti e cittadini e si esclude la possibilità di obbligare le compagnie minerarie a seguire protocolli più rigidi e più rispettosi delle richieste che vengono dal territorio. Forse perché non escludendo la Via c'è la possibilità che qualche pozzo venga bocciato? La Valutazione d’impatto ambientale serve proprio per valutare possibili rischi a cose, persone, ambiente: ecco perché è stata  istituita. E in Basilicata, terra antropizzata e bacino idrico sia di superficie che di profondità, la Via dovrebbe essere applicata con maggiore rigore possibile, non elusa. Non solo perché già nel 1991, a Policoro, ci fu la triste esperienza di un pozzo di gas esploso, ma perché le compagnie minerarie, proprio perché trovano terreno fertile, perforano nei borghi abitati (Pozzo Morano), sotto l'Itrec delle sostanze radioattive (Concessione Nova Siri Scalo), nei parchi (Cerro falcone 2), davanti agli ospedali (Villa d'Agri), nelle aree urbane (Marconia e Pisticci), lungo i letti dei Fiumi (Val Basento e Valle dell'Agri), nelle vicinanze della diga del Pertusillo e adesso anche lungo i monti delle sorgenti del fiume Agri, tra Marsico Nuovo e Paterno. È ora che ci si ribelli a procedure burocratiche disattese e che si segua l'esempio dei 5 sindaci della Provincia di Potenza che  si sono opposti alla concessione dell'Eni, "Li Foi". Sperando che la Regione non escluda la Via per escludere le osservazioni di ben 5 amministrazioni pubbliche elette dai cittadini. Come ha già fatto con la concessione "Frusci", tra Avigliano e Rionero, e come ha fatto con le osservazioni di Rotondella, Nova Siri e Policoro in merito a quell'assurdo permesso estrattivo non bloccato dai pozzi Rivolta 001 e Nova Siri 001, irresponsabilmente lasciati attivi a poche centinaia di metri dal deposito nucleare della Trisaia. Il presidente De Filippo eviti  di gioire sulle liberalizzazioni del governo Monti  sulle trivellazioni, senza che la Basilicata riceva un euro ed enfatizzando gli investimenti che le società petrolifere faranno in Basilicata. Investimenti che distruggeranno le nostre acque  e le nostre economie locali . Confermando la Basilicata terra di sfruttamento e più povera d'Italia  come lo conferma l'Istat nel 2011.

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