giovedì 11 agosto 2011

Senza montascale da un anno. Il calvario di una donna di Policoro

Le barriere architettoniche non sono l’unico ostacolo per gli abilmente diversi. E quando il buon senso e la normativa le abbattono si costruisce un altro muro: quello della burocrazia. A volte parassitaria e indifferente rispetto ai bisogni della gente, soprattutto di quelli più deboli. La storia di una signora di Policoro R.C. è una delle tante, purtroppo, di cui le cronache nazionali sono piene di episodi di cui se ne farebbe volentieri a meno di parlarne. Ma accadono. Essa non è giovanissima ed è costretta a vivere su una sedia a rotelle perché immobilizzata avendole diagnosticato una grave neuropatia. Si rivolge all’ospedale di Policoro nel 2010 per chiedere i servizi annessi alla sua malattia: sedie a rotelle e montascale poiché deve salire tre rampe per aver accesso alla sua abitazione. Sul primo non ci sono problemi. Sul secondo invece ecco l’inghippo: dopo la visita le viene chiesto di inoltrare una domanda all’Asm sulla quale riceve parere positivo. Il montascale però non arriva. Motivo? Ha bisogno di un ulteriore controllo alla Commissione invalidi di via Fellini in Policoro per aver diritto al servizio, e alla sua malattia si deve aggiungere per forza un altro disagio scritto nella legge 104 che certifica la percentuale del grado di invalidità di una persona. La quale, essendo sulla sedia a rotelle e avendo una grave neuropatia, non si spiega il perché necessiti di una ulteriore certificazione sanitaria di invalidità. Comunque sia la donna si anima di buona volontà e non demorde sottoponendosi anche a quest’altra fatica dove, a suo dire, ha i requisiti previsti anche dalla 104 sia per il montascale che altre agevolazioni varie nel maggio del 2011. Ad agosto però il montascale è ancora un miraggio: la donna si chiede il perché e ritorna alla carica ma né l’Asm, tramite il Distretto sanitario, né la Commissione invalidi le danno il via libera. Perché? Secondo la donna i sanitari le avrebbero detto di aver smarrito il certificato medico della prima visita fatta in ospedale; così ritorna alla carica ne prenota una seconda e ripresenta il certificato. Altro giro altra corsa. Questa volta viene sbattuta al Consultorio per l’ultima relazione. Ma il Pc dell’ufficio è fuori uso. Grazie all’aiuto di una parente la relazione viene stilata sul computer privato della donna. Calvario finito? Nemmeno per sogno. Nel mezzo della calura estiva la donna aspetta ancora il montascale. Ha già salito e sceso troppe scale.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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