mercoledì 21 luglio 2010

Il teatro come terapia contro l’emarginazione e dispersione scolastica

POLICORO – La scuola è finita e mai come in questo caso è giusto dire: ultimo atto. Con la commedia di venerdì 18 giugno: "Peter Pan. Solo chi sogna può volare”, i ragazzini della scuola elementare papa “Giovanni Paolo II” hanno inscenato una rappresentazione teatrale di un personaggio dei fumetti che nell’immaginario collettivo è il simbolo della gioventù, spensieratezza, proprio come lo sono tutti i fanciulli, compresi i discenti della scuola guidata per questo primo anno da Giuseppe Spataro. E’ lui l’artefice di questa forma espressiva di linguaggio, musical e dialoghi, che tende a mettere il bambino a suo agio facendogli superare le difficoltà che spesso trova a scuola durante le ore di lezione o anche nei più semplici rapporti interpersonali. Così dopo il successo di “Occhiali per vederci” si sono ripetuti con un’altra commedia meno impegnativa da recitare ma senz’altro non da meno sotto il profilo educativo per il semplice motivo che è stata destinata a discenti della cosiddetta area a rischio, individuati dai professori della scuola. Ma la cosa più bella della serata, tenutasi nello stesso istituto di corso Pandosia, è stata il grande gruppo che si è venuto a creare tra loro stessi come se fossero un’unica famiglia. E infatti lo scopo di questo laboratorio di teatro è stato proprio quello di integrare tutti facendo partecipi chi si trova in condizioni più disagiate della realtà educativa e didattica della scuola per crescere insieme e tutti allo stesso modo senza nessuna discriminazione. E utilizzando personaggi così famosi per i bambini, essi cercano di emularli in positivo avendoli come modelli di vita per la gioia e felicità che trasmettono vedendoli in tv o leggendo le loro avventure sopra un libro. L’idea è stata geniale e ha trovato anche un grande riscontro tra i genitori che ne hanno immortalato le gesta in foto e videocamere come ricordo di una giornata indimenticabile dopo la quale ora tutti si sentono più sicuri dei loro mezzi.

Gabriele Elia
Fonte il Quotidiano della Basilicata

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