lunedì 13 luglio 2009

Policoro tra memoria e futuro


Dibattito all’interno delle manifestazioni culturali per i cinquant’anni di autonomia comunale (1959/2009)
Policoro tra memoria e futuro
Sono intervenuti giornalisti di fama nazionale, con il Senatore a vita Emilio Colombo ospite d’onore

Nell’ambito dei cinquant’anni di autonomia comunale, nella sala consiliare “Nicola Montesano”, è stato organizzato sabato sera un convegno a più voci dal tema: “Policoro: la memoria e il territorio –Passato, presente e futuro”, durante il quale uno degli organizzatori, Benedetto Gallitelli, ha donato ai presenti il libro da egli stesso scritto sulla figura del padre, Vincenzo, delegato del Comune di Montalbano nell’allora frazione di Policoro, 1936/37, come responsabile dell’anagrafe e stato civile: “Policoro una comunità sul filo della memoria”. E da qui che gli insigni relatori sono partiti per ricordare, coma ha fatto il sindaco, Nicola Lopatriello, “ciò che più mi ha colpito di Vincenzo Gallitelli è stato il suo attaccamento a Policoro. Dobbiamo prenderlo ad esempio ed essere tutti orgogliosi di essere policoresi”. E sul futuro: “puntare sul turismo in tutte le sue sfaccettature; e quella di Marinagri mi auguro possa essere il volano per uno sviluppo complessivo di questo settore che non ha mai sprigionato del tutto le sue potenzialità”. Dopo il saluto del primo cittadino, a prendere la parola è stato Antonio Preziosi, giornalista di radio Rai: “c’è un momento nella vita durante il quale bisogna guardarsi allo specchio e prendere delle decisioni. Io sono partito da Policoro, ma non ho mai tagliato il legame con Policoro e la mia terra. Indipendentemente dalle scelte che ciascuno di noi fa, la memoria e la comunità sono le nostre linee guida dell’agire quotidiano. E io ricordo ad esempio quando da consigliere comunale fui uno dei tre firmatari di un’interrogazione con la quale chiedemmo che le Tavole di Herakleia fossero messe proprio dove sono ora, in questa sala in memoria di Dinu Adamesteanu; così come voglio rammentare ai più giovani che la prima pietra di questa città è stata messa da Emilio Colombo”. Il collega giornalista e docente universitario della Cattolica di Milano, Ruben Razzante, anch’egli policorese, si è invece soffermato sul futuro di questa città: “bisogna andare avanti con una marcia in più, senza quelle divisioni del passato che hanno frenato lo sviluppo di questa comunità, in quel processo di modernizzazione senza il quale la Basilicata precipita. Già perché o si salva tutta o precipita tutta. Facciamo tesoro del passato, evitiamo gli errori e troviamo le ragioni dell’unità”. Mentre Giuseppe Settembrino, del coordinamento giornalistico della Regione Basilicata, partendo dalla Riforma Agraria è arrivato ai giorni nostri chiedendo alla politica di dare risposte ai giovani sui temi del lavoro. Infine Walter Vecellio, caporedattore del Tg2, ha raccontato la sua storia policorese quando era prima operaio stagionale dello Zuccherificio e poi impiegato rincorrendo la sua passione di sempre: il giornalismo. “Il nuovo che c’è oggi va coniugato con le lezioni del passato: il futuro non c’è senza la memoria storica. Dobbiamo tutti essere grati a chi ci ha preceduti nella nascita e costruzione di una comunità”. Le conclusioni sono state tirate dal Senatore a vita, Emilio Colombo, il quale ha ricordato di essere cittadino onorario di Policoro del 1967: “sono stato tra i fondatori di questa città mettendo la prima pietra (ricordando anche l’On. Michele Tantalo inviato anch’egli ma impossibilitato a partecipare ai lavori ndr) di Policoro”. Un cenno poi alla grande legge sulla Riforma Fondiaria, che ha sottratto ai latifondisti i terreni per concederli agli agricoltori: “che porta la nostra firma e grazie alla quale iniziammo a mettere le basi per la creazione nella odierna Policoro di una delegazione comunale perché Montalbano era troppo distante. I primi passi li abbiamo mossi in piazza Eraclea, proprio vicino la chiesa Madre, scavando e costruendo il primo borgo e nucleo urbano, dopo il quale è arrivata l’autonomia comunale, le prime scuole e il conseguente sviluppo”. E proprio su questo argomento Colombo racconta un aneddoto: “mi regalarono una scatola contenente la testa di una splendida fanciulla ritrovata negli scavi archeologici. Non potevo accettarlo come regalo altrimenti avrei commesso un reato perché quella statua aveva un valore inestimabile. Dieci anni fa lo rivista al museo nazionale della ‘Siritide’ di Policoro”. E per rimanere in tema di memoria, il politico lucano ha anche narrato il grande lavoro dei salariati negli anni ’50 e di come la relativa Riforma Agraria abbia portato la Basilicata ad avere gli invasi e l’acqua in notevole quantità che ha oggi.

Gabriele Elia

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