lunedì 2 febbraio 2015

Entro metà anno spariranno le vecchie cabine telefoniche




POLICORO – Care, vecchie cabine telefoniche addio. Nell’era high tech in cui la comunicazione ha la stessa velocità della corrente elettrica, ovvero contestuale e imminente, il villaggio globale perde un suo tradizionale antenato. La società di gestione delle cabine telefoniche, Telecom Spa, che poi è anche uno dei colossi della telefonia mobile, sta dismettendo il telefono pubblico fisso. Entro la metà del 2015 in molte vie di città e paesi dell’Italia scompariranno, soppiantati ormai dai telefoni cellulari, tablet, smartphone e altri aggeggi cosiddetti di ultima generazione. La tecnologia sta accelerando vertiginosamente i cambiamenti dei costumi e delle abitudini dei cittadini e uno dei simboli che ha segnato, in positivo, il progresso della società civile è stata proprio la cabina telefonica. Con la lira bastava introdurre il gettone marrone con doppia riga, a dire il vero non sempre facilmente reperibili anche nelle attività commerciali, per chiamare un amico/a, parente tanto che fu coniato lo slogan che recitava pressappoco così: il telefono, la tua voce. Lo si trovava dappertutto: piazze centrali, angoli buoi di vie cittadine, stazioni di treni/bus, nei parcheggi, aeroporti e anche nei luoghi aperti al pubblico. A Policoro tanto per fare un esempio, il bar Diurno dei fratelli Mauro era la meta di molti cittadini che dentro la cabina cercavano anche un po’ di privacy (all’epoca si diceva riservatezza o anche un modo più pratico: senza che nessuno potesse rompere le scatole!) e anche nell’adiacente ex bar Milena si poteva parlare con il contatore che girava e alla fine della telefonata, che allungava la vita rendendola meno stressante di quanto non lo sia oggi proprio per colpa dei nuovi strumenti di cui siamo troppo dipendenti, si pagava in base al minutaggio del discorso. C’era anche chi trascorreva parecchi minuti alla cornetta come se parlasse a quattrocchi trovando qualche sotterfugio per non pagare molto. Dal gettone poi si è passati alla moneta metallica con taglio da 200 lire e con la cabina ancora come amica. Ce n’erano tante che non vederle era impossibile. E a volte quando si era soli incontrarla era come vedere in essa una piacevole sorpresa, grazie alla quale si poteva parlare con un interlocutore familiare con la semplice introduzione di una moneta. I giornalisti dettavano in redazione anche i “pezzi”, in genere di cronaca, della tarda sera quando non si faceva in tempo ad inviare il classico fax. E’ stata una preziosa alleata di tutti, a prescindere dal ceto sociale e dalla professione, che meriterebbe un posto di rilevo in qualunque museo. E quello pubblico delle nostre vie è per antonomasia il luogo dal quale non dovrebbe scomparire. Per questo la Telecom ha affisso sulle cabine da sopprimere, vedi quella di via Gran San Bernardo, un indirizzo email: cabinatelefonica@cert.agcom.it al quale tutti possono scrivere se si vuol manifestare il proprio no e conservare così intatta la memoria di uno degli strumenti più democratici, di uguaglianza e  partecipazione che l’uomo abbia mai inventato.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)

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