giovedì 11 febbraio 2010

Morte tre Lontre in pochi giorni nel Bosco Pantano

POLICORO - E’ancora emergenza Lontra nella Riserva regionale “Bosco Pantano”a Policoro. Dopo gli ultimi due esemplari trovati morti nei giorni scorsi, segnalati da Enrico De Capua, già direttore dell’Oasi Wwf e dirigente presso l'Amministrazione Provinciale di Matera, ente particolarmente coinvolto, insieme agli uffici regionali, poichè capofila nel progetto “Lontra Italia”, finalizzato alla tutela e alla conservazione dell'animale a più alto rischio estinzione sul territorio italiano. Il 1 febbraio, durante un servizio interforze congiunto tra Polizia provinciale e carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro, coordinato dal capitano Grieco e dal maresciallo Labarile, è stata rinvenuta lungo la statale Sinnica, in località contrada Canale lungo il fiume Sinni, l'ennesima carcassa di un giovane esemplare di Lontra (Lutra lutra). Trasportato al Centro recupero provinciale del Wwf Italia, l'animale è stato preso in consegna dal responsabile Antonio Colucci e dalla ricercatrice Annunziata Micò, che hanno provveduto alla stesura di una scheda biometrica e foto documentali. La successiva indagine e il referto veterinario, hanno accertato la causa di morte del giovane esemplare di sesso maschile, dovuta a probabile trauma cranico da impatto lungo la Statale Sinnica. I responsabili del Centro recupero provinciale, insieme al responsabile veterinario Asm, dottor Verde, nei prossimi giorni provvederanno alla trasmissione dei dati e dei campioni biologici al dipartimento di Ecologia dell'Università della Calabria e all'Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, di Bologna, con i quali il centro policorese collabora da tempo per attività di studio relative alla genetica e alla parassitologia. «Mai come adesso - hanno ribadito gli operatori del Centro si ha il bisogno urgente di promuovere progetti di conservazione e tutela della Lontra, importante indicatore di biodiversità attestante la salubrità dei nostri ambienti naturali in quanto specie faunistica chiave. Non meno importante sarebbe adoperarsi con opportune campagne di sensibilizzazione nelle scuole e nel territorio, affinché la popolazione sia adeguatamente istruita e resa partecipe delle attività svolte a tutela del patrimonio faunistico ancora presente nella nostra area geografica. Queste azioni urgenti, unite a provvedimenti di divieti e controlli lungo le nostre fiumare, habitat ideale per la loro sopravvivenza, consentirebbero nel tempo, oltre che un controllo capillare degli individui presenti nel territorio, in un loro naturale ripopolamento, scongiurandone la scomparsa».

(fonte Il Quotidiano della Basilicata)

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