sabato 7 novembre 2015

I convertiti e miracolati di Medjugorje




POLICORO – Luca, Cristian e Fabio sono tre persone legate fra loro da un filo invisibile nell’essere stati attraversati da Dio nella loro vita, “fulminati” sulla via di Medjugorje riscoprendo così la gioia di vivere. La loro esperienza è stata raccontata nel primo di un ciclo di incontri, sabato sera 24 ottobre nel centro giovanile “Padre Minozzi”, dal tema: “Vita dei convertiti”. Il primo, calabrese, ha 43 anni e trascorso buona parte della propria vita nella strada della devianza che prende il nome di droga. La Madonna dello Scoglio prima e poi la foto di quella di Fatima lo hanno fatto riflettere ma non desistere dal lasciare la cattiva strada per imboccare quella buona sulla quale volevano portarlo i suoi più stretti familiari. Poi quasi costretto da amici e parenti nel 2007 è salito sul bus, uno dei tanti che partono periodicamente in direzione Medjugorje, città bosniaca famosa per le sue apparizioni Mariane anche se la chiesa ufficialmente non ha ancora riconosciuto i suoi miracoli. Luca racconta che quel pellegrinaggio ha condizionato positivamente la sua esistenza: “con il cuore che mi batteva forte e piangevo tanto senza sapere nemmeno il perché”. Questo passaggio segna un’inversione di tendenza nella sua vita quotidiana tanto che Medjugorje è ormai una tappa obbligata durante tutto l’anno. Se Luca si è convertito, Cristian è addirittura guarito grazie alla Madonna che porta il nome della città famosa per i tanti fedeli che la visitano durante l’anno. Affetto da Sla Cristian, 39 anni anche lui calabrese, nel 2007 scopre di avere questa terribile malattia che lo costringe a vivere su una sedia a rotelle dopo l’impietosa diagnosi di una clinica privata dove si era rivolto per aver accusato dei dolori. In questo periodo il suo interlocutore è il libro di Giacobbe nel dialogo immaginario con uno dei protagonisti della Bibbia si chiede: “perché proprio a me?”. Piove sul bagnato per Cristian quando scopre di avere anche una malformazione all’arcata inferiore tra testa e collo. Nei suoi vari giri tra i nosocomi d’Italia un medico del “Caldarelli” di Napoli gli consiglia di andare in pellegrinaggio proprio a Medjugorje: prima la veggente Visca con una preghiera e poi l’adorazione diretta gli fanno cambiare idea sulla vita: “ho visto una scia bianca come se fosse passata una stella luminosa lasciandosi dietro qualcosa. E’ stato il primo segnale. Poi durante il pellegrinaggio volevo salire sul monte ma non potevo perché immobilizzato sulla carrozzina. Era tanta la voglia di salire che mi sono alzato e salito con le mie gambe! Quando sono ritornato in Calabria, il mio medico di fiducia non credeva ai suoi occhi e dall’elettromiografia non risultava più nulla come se qualcuno avesse cancellato tutto. Ero guarito!”. Infine l’ultima testimonianza, quella del piemontese Fabio, di Asti, il quale era depresso tanto da aver tentato il suicidio nel 2006. Dopo essersi buttato da una finestra riesce a salvarsi anche se deve affrontare degli interventi chirurgici, conseguenze del gesto estremo. Il mondo gli crolla addosso e non si sente più padrone della propria vita. Un’infermiera ad Alessandria gli consiglia di darsi una lettura alla Bibbia, ma Fabio non crede; poi la svolta quando gli donano una coroncina della Madonna di Medjugorje che porta sempre con sé; ed ecco la sua conversione che avviene quando avverte una presenza Celeste che lo illumina: “dal 24 giugno del 2006 mi sento rinato, ed anche mia madre è guarita dalla depressione”. Nelle tre vicende appena narrate un ruolo determinate è stato svolto dai familiari e i più stretti amici. Don Michele Celiberti ha fatto gli onori di casa e una fattiva collaborazione per la riuscita della giornata è stata data dai parrocchiani Salvatore Cavallo e Rosa Valinoto.

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)

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