POLICORO – Il mondo agricolo è sul piede di guerra contro l’Imu (imposta municipale unica) sui terreni produttivi imposta dal Governo centrale ai proprietari di poderi. Così Gianni Fabbris, leader dell’associazione Altragricoltura nonché tra i più ferrei sostenitori di manifestazioni e proteste popolari contro le istituzioni, durante la “Giornata della legalità” tenutasi a Scanzano lunedì 23, ha anticipato una protesta al bivio di Metaponto sia sull’atavica crisi agricola che attanaglia il settore e sia anche sul nuovo balzello al settore primario dell’economia regionale. Anzi Fabbri ha aggiunto che la politica nazionale vuole giocare a dividere il mondo agricolo e spaccare così il fronte della protesta dei manifestanti. Questo perché la legge in materia prevede che l’agricoltura di montagna non debba essere soggetta all’Imu agricola con la conseguenza che gli imprenditori dell’altura sarebbero disinteressati alla protesta in quanto quella di montagna per la legge sarebbe un’agricoltura di sopravvivenza. Viceversa per quella di pianura: intensiva, sviluppata e progredita, deve pagare l’imposta. Fabbris non ci sta su questa visione parziale della ratio legislativa e passa al contrattacco avendo sostenuto l’iniquità contenuta nella norma che per quest’anno penalizza gli imprenditori agricoli della pianura, ma per il futuro non è escluso, sempre secondo la sua tesi, che la legge cambi invertendo i contribuenti: quelli di montagna potrebbero pagare e quelli di pianura no, continuando così a tenere diviso il fronte agricolo contro possibili manifestazioni di una certa rilevanza. E se questo dovesse essere lo scenario, presente e futuro sull’Imu agricola, Fabbris sarebbe preoccupato del futuro del comparto e dei suoi sostenitori perché si potrebbe innescare un pericolo circolo vizioso in base al quale oggi l’imprenditore di montagna sarebbe indifferente alla protesta del collega “marino”, e quest’ultimo qualora dovesse cambiare la normativa gli potrebbe rendere lo “sgarbo” quando toccherà all’imprenditore di montagna pagare con quello di pianura esente. Ecco dunque, a parere il Fabbris, un motivo in più per scendere tutti in piazza a difendere gli interessi di tutto il mondo agricolo a prescindere da dove si lavora.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano del Sud)
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