lunedì 21 giugno 2010

Un grazie a Sant’Antonio, Luigi Cappucci corre scalzo alla maratona di Padova







POLICORO – Ha aspettato quasi due mesi afflitto da un dubbio amletico: si dice o non si dice? Alla fine ha deciso secondo coscienza, proprio come la natura della corsa imponeva. Così Luigi Cappucci, presidente e fondatore dell’associazione podistica amatori dilettantistica Policoro, dopo la Maratona di Sant’Antonio di Padova del 25 aprile scorso è ritornato più sollevato e forse anche un po’ ricco di spiritualità. Anche se la gara su strada di 42 Km e 7000 atleti, giunta all’XI edizione, aveva una finalità sportiva tanto che il primo a classificarsi in campo maschile è stato il keniano Gilbert Chepkwony, con 2 ore 10’46”, mentre in quello femminile si è imposta la connazionale Rael Kiyara con 2 ore 30’ 19”, la mission di Cappucci è stata un’altra e non certamente sportiva: “Dovevo essere riconoscente a Sant’Antonio, un nome ricorrente nella mia famiglia perché penso di aver ricevuto una grazia facendo nascere il mio nipotino sano e salvo l’8 gennaio scorso. Infatti mia figlia, che si chiama Tonia, durante la gestazione ha avuto delle complicazioni e il bimbo di nome Manuel è nato prematuramente un mese prima dei canonici 9, tanto che abbiamo dovuto ricoverarla presso il reparto intensivo. Ma tutto è bene quel che finisce bene e questo segno del destino l’ho interpretato come un aiuto di Sant’Antonio da Padova di cui oltretutto proprio l’altro giorno, il 13 giugno, molti italiani hanno festeggiato l’onomastico. Racconto questa storia perché le cose belle è giusto che siano portate alla conoscenza di tutti anche se mi sono preso una pausa di riflessione prima di uscire allo scoperto. Sia ben chiaro non ho avuto una crisi mistica perché sono sempre stato un cattolico fervente, però nel mio piccolo volevo ringraziare chi, dall’alto dei cieli, mi ha dato questa gioia immensa. C’ero già stato qui cinque anni fa sicuramente con un altro spirito, fermo restando che la maratona ha una caratterizzazione religiosa, però nel 2010 tutto è stato diverso e sono contentissimo di quello che ho ricevuto dal protettore di Padova. Tanto ci tenevo a raggiungere il traguardo finale, per ringraziarlo, che dopo i primi 30 chilometri mi sono tolto le scarpe e percorso gli ultimi 12 scalzo. Per me è stato un gesto come se avessi dovuto prendere i voti”. Per la cronaca sportiva Cappucci ha indossato il pettorale 3060 e giunto 1094 tra tutti i corridori, la cui partenza è avvenuta da Vedelago (Tv) per poi raggiungere il capoluogo di provincia Padova, a Prato della valle; ed è la terza maratona più partecipata d’Italia dopo Roma e Venezia.
Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

Nessun commento:

Posta un commento