domenica 31 marzo 2013

Canile pieno ma troppi randagi in città


POLICORO – Secondo fine settimana tranquillo quelli trascorsi sul lungomare centrale in questo inizio di primavera. Niente più gitani nel parcheggio, il primo sul lato destro di via Lido. Nel momento in cui scriviamo a questo buon risultato, visto che c’è l’ordinanza solo contro i nomadi incivili, prima dell’arrivo della stagione estiva bisogna aggiungerne un altro. Se i nomadi volutamente sostavano in riva allo Jonio, sponda Policoro, forse perché c’era troppo permissivismo, nella zona Lido ci sono altri ospiti indesiderati. A differenza dei primi il loro girovagare non è razionale, ma causa forza maggiore. Parliamo dei branchi di cani, alcuni di grossa dimensione, che spesso e volentieri escono dalla riserva naturale boschiva, una sorta di landa, alla ricerca di cibo rovistando tra le buste della spazzatura gettate per strada o nella stessa pineta da cittadini poco urbani. Però quando sono in tanti possono attaccare anche l’uomo. Il fenomeno del randagismo non è presente solo, purtroppo, a mare tra la macchia mediterranea e caseggiati, ma anche in città. In via Agrigento per esempio, sempre nei pressi di sacchetti di immondizia lasciati incustoditi dai soliti ignoti e alle spalle di attività commerciali, registriamo la preoccupazione di molte persone, alcune delle quali al di là del numero e della stazza hanno la fobia dei quadrupedi. Nei giorni scorsi un altro branco è stato avvistato intorno alle 22:30 nei vicino il rione Casalini. Non è la prima volta che questo disservizio viene sottolineato dall’opinione pubblica con preoccupazione. Eppure il paradosso è che in città da qualche anno esiste un canile comunale, area Zac (a proposito il nome dovrebbe essere cambiato in uno che si addice di più al migliore amico dell’uomo!) in via Tagliamento in località Torremozza. Però sembra che sia colmo con la possibilità di ospitare circa 150 cani. Inoltre la convenzione sottoscritta tra la passata Amministrazione comunale e l’associazione Anta tutela animali non prevede l’accalappiamento di cani, ritenuta da quest’ultima non praticabile e simile al maltrattamento. Allora l’unica soluzione è quella di affidarsi ad un altro soggetto, che non adotta statuti e regolamenti teneri, per debellare il fenomeno che si sta allargando a macchia d’olio. In caso contrario con la procreazione potremmo assistere da qui a qualche mese ad una vera e propria invasione di cani randagi. Non ci soffermiamo su quelli accompagnati dai padroni perché finora non hanno causato danni, tranne sporcare giardini e piazze, però se cani ritenuti pericolosi per l’uomo non portano la museruola, come prescrive la legge, la prevenzione va a farsi friggere. A volta si ha l’impressione che siano i rotweiler a portare a spasso il padrone e non viceversa!

Gabriele Elia
(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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