venerdì 11 febbraio 2011

Una giornata davanti a Equitalia

POLICORO - Ore 7, sezione decentrata di Equitalia Spa a Policoro, in pieno centro cittadino. Ci sono già alcuni anziani abituati da sempre a levarsi dal letto di buonora, memori delle albe infuocate con il sole che riflesso nelle acque dello jonio. Fa freddo e le porte degli uffici verranno aperte con una precisazione degna di un esattore, è il caso di dirlo, alle ore 8.30. Altre persone si aggiungono e già si dà corso alla numerazione per stabilire le priorità con l’ordine di arrivo. Infreddoliti e con le cartelle esattoriali
in mano, iniziano i primi commenti. C’è chi ci ha provato per tre o quattro giorni ad arrivare allo sportello, ne sono attivi solo due, ma
ha dovuto rinunciare. La sede chiude con la stessa precisazione con la quale apre ed anche se sei in possesso del numero estratto dalla macchinetta che li dispensa come in macelleria, devi “ripassare” un altro giorno. C’è un giovane che ha scoperto di avere una somma non pagata per errore di appena un 1 euro e 7 centesimi dal 1997 e che nel frattempo tra costo di notifica degli atti,
registro tasse riscosse Basilicata interessi, registro tasse riscosse Basilicata sanzioni pecuniarie e registro tasse riscosse Basilicata, deve versare 63 euro e 89 centesimi. C’è un signore di mezza età che deve chiedere chiarimenti per un presunto parziale mancato versamento dell’Ici dell’anno 2000, ma è in possesso delle ricevute di regolare avvenuto pagamento, gli verrà poi detto di rivolgersi al proprio comune di residenza, dove qualche impiegato sprovveduto
gli aveva detto invece di andare a chiarire la cosa a Equitalia. La vicenda si concluderà, poi, positivamente con una lettera di sgravio
del comune a Equitalia. C’è chi impreca perché ha ricevuto il fermo
auto ed è già stato a Matera e poi all’Inps. Un agricoltore è lì per chiedere un dilazionamento dei pagamenti a cui non riesce a fare fronte e lamenta che il giorno prima per tre ettari di arance gli avevano offerto solo 600 euro, neanche i soldi per pagare il concime e impreca contro tutti ricordando i bei tempi quando con un
tomolo di arance il padre sosteneva la famiglia e riusciva anche a far studiare i figli. Sembra un lamento corale di prefiche greche, ognuno piange la sua sciagura. Nel frattempo il capannello di gente si è infoltito, alle 8.10 arriva la prima impiegata che entra e richiude la porta; alle 8.25la seconda che in uno slancio di generosità decide di far risparmiare a tutti gli altri 5 minuti di freddo. Non vogliamo entrare nel dettaglio della normativa che oggi regola la riscossione delle tasse, né fare i conti dell’agio che spetta all’agente, né contestare gli importi relativi agli interessi di mora. Di tutto questo si è occupato con dovizia di particolari la trasmissione televisiva Report qualche mese addietro. Pagare le tasse non è mai piaciuto a nessuno e fare l’esattore non è mai stato un ruolo che abbia ispirato simpatia, soprattutto quando si procede senza un minimo di elasticità ai pignoramenti ed ai fermi macchina che negli ultimi tempi pari fiocchino a iosa, aggiungervi anche, per chi vuole regolarizzare, la fatica di arrivare ad uno sportello, appare oggettivamente come un ulteriore appesantimento fisico e psicologico. A chi lamenta la lunga attesa, lo stress per arrivare a chiarire la sua posizione, con gentilezza una delle impiegate comunicava che il venerdì successivo sarebbe arrivato il rinforzo di un altro impiegato che, quindi, avrebbe attivato un altro sportello, ma solo per venerdì perché si era alla fine del mese e si prevede un vero e proprio assalto. Possibile che un’agenzia così grossa non riesca a potenziare il servizio e ad alleviare un evidente disagio ai cittadini? E la politica oltre alla ricerca di un posto al sole, anche per il più insignificante esponente della sua lobby, non potrebbe occuparsi anche di qualche problema vero dei cittadini.

Fonte
Il Quotidiano della Basilicata

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