lunedì 4 gennaio 2010

Il comitato “Bosco Soprano no-trivellazioni” vuole bloccare il pozzo Masseria Morano

POLICORO – Oggi (4 gennaio) iniziano le perforazioni in via Adua nel pozzo “Masseria Morano”. La società milanese Gas Plus, titolare della concessione ministeriale mineraria e dell’autorizzazione regionale, ha già provveduto a posizionare la trivella verticalmente per le esplorazioni che porteranno presumibilmente all’estrazione di gas dal sottosuolo del territorio di Policoro già da subito. Il comitato “Bosco Soprano –no trivellazioni”- però non si scoraggia ed è pronto comunque a far valere le proprie ragioni contro questa scelta che gli stessi residenti hanno definito più volte inopportuna. E stando all’assemblea pubblica di sabato sera nel circolo Karakteria di via Siris non si faranno intimorire da niente e da nessuno. Infatti è emersa la volontà di adire per vie legali chiedendo l’accesso agli atti per poi iniziare a diffidare gli organi politici responsabili per la mancata applicazione, se emergerà dagli atti ovviamente, del decreto legislativo 334/99 che prevede un piano di sicurezza esterna per questo genere di perforazioni, e in secondo luogo un ricorso straordinario al Capo dello Stato contro l’autorizzazione alla trivellazione. Dalla loro parte ci sarebbero due sentenze del Tar della Sicilia che, a loro dire, avrebbe bloccato due pozzi nell’isola perché contrari alle vocazioni agricole e turistiche della zona. Questo sul piano giuridico. Mentre su quello più strettamente pratico il loro esempio è Lecco dove, sempre a parere del comitato, la ribellione della popolazione residente avrebbe scongiurato le trivellazioni per l’estrazione de gas. E su questa scia hanno intenzione di organizzare nei prossimi giorni una grande manifestazione popolare proprio a ridosso del pozzo per bloccarlo, anche perché la Via (Valutazione di impatto ambientale) non sarebbe del tutto compatibile con il territorio avendo nel 2007 proposto, questo il partito di Rifondazione comunista, ricorso caduto poi nel dimenticatoio, almeno stando alle dichiarazioni di Ottavio Frammartino intervenuto all’assemblea. Per quel concerne invece il ritorno per il territorio per lo sfruttamento delle risorse naturali, Felice Santarcangelo di “No scorie Trisaia” ha lamentato la mancanza di fondi compensativi (tipo quelli dell’Itrec della Trisaia di Rotondella) per il monitoraggio ambientale che potrebbero servire anche alla creazione di un nucleo ambientalista della Polizia municipale. Infine sono stati citati alcuni dati che farebbero capire il business che si nasconde dietro le trivellazioni di gas: 10 milioni di metri cubi l’anno si estraggono dai quattro pozzi, secondo i presenti sabato, di Policoro per un volume d’affari di 5,9 milioni di euro. E per il territorio colonizzato? Nemmeno le briciole.

Gabriele Elia

(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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