giovedì 31 dicembre 2009

Servizio di guardiania al pozzo “Masseria Morano” di via Adua: la notte si trema

POLICORO – Quattro turni e cinque addetti alla guardiania. Il pozzo “Masseria Morano” non fa miracoli. Sei euro e novantacentesimi all’ora è la paga a cranio per i cinque guardiani che a turno sorvegliano il cantiere dove da lunedì 4 gennaio dovrebbero iniziare le perforazioni dal sottosuolo per l’ estrazione di gas metano da parte dall’impresa concessionaria “Gas Plus” di Milano, la cui ditta appalatatrice dei lavori è la “Perazzoli Srl” di Piacenza. Per loro il servizio è iniziato il 18 dicembre per conto della cooperativa di Chieti “Adriatica” e continuerà fino al 2 febbraio salvo proroghe. Sei ore al giorno anche di questi periodi quando il cantiere è chiuso sembra non fosse negli accordi, però vista la fame di lavoro alternative non ce ne sono, dato che il loro compito è quello di spuntare gli ingressi e le uscite dal cantiere. Raggiungere via Adua non è semplice, e la strada più comoda è quella di via Puglia da percorrere in direzione Sud (caserma della Polizia di Stato) fino alla fine per poi svoltare sulla destra imboccare una discesa e proseguire sempre dritto superando alcune vie tra cui: Europa, Cavallotti, fino a quando di sera non si incrocia una luce che segnala la presenza del pozzo. Qui troviamo un addetto alla portineria chiuso ermeticamente in un container privo di bagno, nel momento in cui scriviamo, con una stufetta per riscaldarsi e un piccolo televisore di quelli che si tengono nella camera da letto dove oltretutto non si riescono nemmeno a vedere tutti i canali nazionali. Tutto qui! Questa è l’unica compagnia che hanno nel turno dalle 24:00 alle 06:00 del mattino. E quando qualcuno si avvicina, magari solo per la curiosità che attira il pozzo, un brivido scorre via sulle spalle del povero guardiano che da un momento all’altro si può trovare di fronte anche un malintenzionato. Chiamare il 112 è la parola d’ordine imposta loro. Ma fino a quando impugnano il cellulare, a loro spese, digitano il numero e arrivano i rinforzi dalla città alla periferia passa nella migliore delle ipotesi un quarto d’ora. Troppo tempo per chiedere aiuto. Allora ci si barrica dentro il container nella speranza che la notte passi via senza grossi grattacapi e quando sorge il sole per il turnista è la liberazione da un incubo che lo tiene sveglio tutta la notte. La sola luce del sole gli fa tirare un sospiro di sollievo anche perché a quell’ora nelle aziende agricole che circondano come il cerchio del compasso il pozzo si inizia a lavorare per la raccolta della frutta di stagione, e poi arriva il tanto desiderato cambio che gli fa dormire sonni tranquilli. Fino al prossimo turno di notte.

Gabriele Elia

(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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