mercoledì 30 dicembre 2009

La satira di Antonio De Pizzo contro la prepotenza della Prima Repubblica. Presentato il libro: “Satire politiche e rime dialettali”
















POLICORO – “Ad ogni apertura di bocca una poesia”. E’ riuscito a mettere tutti d’accordo Antonio De Pizzo, soprannominato Totò per la sua simpatia, tanto che proprio come il più famoso principe Antonio De Curtis ha messo nero su bianco la sua ilarità ricavandone un libro: “Satire politiche e rime dialettali”, versi tra Prima e Seconda Repubblica presentato lunedì 28 dicembre nella sala convegni della banca di credito cooperativo di Castellana Grotte, filiale di Policoro. Rocco Campese, Antonio Orlando, Vito Gulfo, Nicola Buccolo, gli amici di sempre ne hanno decantato le lodi poiché il libro rispecchia alla perfezione la personalità dell’autore: spontaneo nelle sue azioni, pungente nel linguaggio mai malizioso però. Infatti alcune delle poesie narrate in questo nuovo libro arricchiscono la sterminata “letteratura” della fu Prima Repubblica; ma nello stesso tempo esalta anche i valori della terra di Lucania, narrati nella seconda parte del libro, fatta di gente laboriosa, onesta, semplice ed accogliente, che sono poi anche le stesse virtù di De Pizzo, nato a Colobraro ma residente a Policoro dal 1985. Dunque una persona che conosce alla perfezione la regione che gli ha dato i natali anche perché dipendente per molti anni, prima del meritato riposo, dell’Enichem di Pisticci Scalo. Ma il filo conduttore della sua vita è sempre stata la poesia raccontata però, come evidenziato dal parterre dei relatori, a modo suo: con versi e metrica che non seguono le normali regole dei poeti più tradizionali, ma quella impressa da De Pizzo con le sue rime ironiche e grande fustigatore della Prima Repubblica. Per chi vuole conoscere la politica italiana dal 1980 ai giorni nostri, l’ultimo capolavoro di De Pizzo è l’ideale per avere un quadro delle vicende sociali che ci hanno accompagnato negli ultimi trent’anni della nostra storia, narrati con lo spirito della satira pungente di una critica costruttiva che, come ha sottolineato il giornalista Ruben Razzante, tra i relatori: “vuole essere un monito alla classe dirigente anche della nostra regione ad andare incontro alle aspettative dei lucani. Questo è un libro che ricostruisce la storia politica d’Italia in maniera diversa rispetto ad altri testi, con l’originalità dei fatti accaduti in Italia usando come forma comunicativa la poesia, anch’essa tutelata giuridicamente dalle norme sul diritto d’autore, e una delle tante forme espressive dell’anima di cui si serve l’essere umano per potersi relazionare con gli altri in quelli che si chiamano rapporti interpersonali. Ma anche oggi se De Pizzo dovesse scrivere un articolo –aggiunge il docente di Diritto dell’Informazione alla Cattolica di Milano- ce ne sarebbe di materiale per una seconda pubblicazione: il caso Marrazzo, le escort, leggi elettorali e così via in una parodia anche di questa Seconda Repubblica”, invitando poi a non censurare la satira, ma ad accettarla sia per stemperare i toni che quando è utile per l’interesse della Nazione. Proprio come quella scritta da Antonio De Pizzo nel suo libro.

Gabriele Elia

(fonte il Quotidiano della Basilicata)

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